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Il decadimento cognitivo degli anziani non anticipa necessariamente l’insorgenza di patologie gravi come l’Alzheimer, ma se ne conoscono anche forme meno preoccupanti, come nel caso del disturbo neuro cognitivo lieve, spesso considerato una conseguenza naturale dell’invecchiamento, scritta a volte nel nostro DNA o legata alla storia individuale.

Il decadimento cognitivo di tipo patologico è stato definito nel 1987 dall’Associazione Americana degli Psicologi come “una malattia del cervello che compromette le funzioni cognitive al punto tale da pregiudicare la possibilità di vivere in autonomia”. Esso comprende, quindi, vere e proprie alterazioni della personalità, del comportamento e dello stato funzionale.

La valutazione del quadro clinico, con l’esame di sintomi e cause, deve essere necessariamente affidata ad uno specialista come il neurologo, il geriatra o lo psicologo che, oltre agli esami di rito quali la tac, le analisi del sangue e la risonanza magnetica, potranno somministrare al paziente test psicologici particolari.

Il sostegno di uno psicologo è estremamente utile anche per i care giver impegnati nel difficile compito di comprendere cosa sta succedendo a un proprio caro che dimentica scadenze, riduce lucidità mentale e concentrazione e manifesta una perdita di manualità evidente. Il professionista può inoltre aiutare i familiari a fronteggiare le difficoltà tipiche del gestire una persona affetta da decadimento cognitivo.

Premessa dunque la necessità di non sottovalutare il problema e ottenere una diagnosi chiara nelle sedi opportune, possiamo suggerire alcune attività semplici da svolgersi in casa con l’aiuto di un familiare o dell’assistente socio sanitario.

Lo scopo di questi esercizi non è risolvere il decadimento cognitivo dell’anziano: esso è infatti irreversibile. Mantenere però la mente attiva ed impegnata e dedicarsi ad attività sociali aiuta l’anziano a rallentare il processo e scongiurare l’insorgenza di sintomi depressivi, che non comportano soltanto una peggiore qualità della vita ma anche un aggravamento dello stato di salute del cervello.

Attività fisica

Non si tratta di proporre lezioni di zumba o l’iscrizione in palestra. Sarà sufficiente incoraggiare il nostro caro anziano a dedicarsi al giardinaggio o passeggiare per un tempo sufficiente all’aperto. Persino l’attività fisica leggera, infatti, ha benefici sul cervello e sui sistemi vascolare e respiratorio.

Scrittura

La trascrizione dei propri pensieri in un diario, un taccuino donato a questo scopo è estremamente utile per mantenere l’elasticità mentale. Le aree cerebrali che si attivano durante la lettura e la scrittura sono infatti numerose e comprendono quelle relative al linguaggio e all’uso della mano.

Numeri e rebus

Parole crociate, indovinelli e rompicapo sono un toccasana per mantenersi in allenamento e conservare le proprie doti di problem solving. Un effetto collaterale positivo è il fatto che questi esercizi favoriscono l’assimilazione di nuove parole e curiosità sul mondo circostante, aiutando l’anziano a non perdere il contatto con la realtà.

Memorizzazione

La memoria va allenata, specie dopo i 60 anni. A questo scopo potete proporre la memorizzazione di alcuni numeri di telefono o di un elenco di parole in un determinato ordine. Se questi esercizi dovessero risultare noiosi provate con la poesia: rispolverare i componimenti poetici che la persona aveva imparato a scuola essere molto piacevole, anche per il vissuto che questi ricordi portano con sé.

Puzzle

Forse stenterete a crederci ma sul più noto degli e-commerce è possibile acquistare puzzle per anziani, specifici per le persone affette da demenza. Questi giochi hanno anche ricevuto il premio “National Dementia Care Awards” e sono appositamente progettati per chi soffre di decadimento cognitivo.

Scacchi e dama

Se avete giocato almeno una volta a dama o a scacchi conoscete l’impegno mentale richiesto. Per il cervello è come una sessione intensa di allenamento e, quando subentra la stanchezza, è possibile interrompere la partita e riprendere il giorno successivo.

Album dei ricordi

Sfogliare con un proprio familiare un album di fotografie è importante per ricordare la storia stessa dei propri affetti e richiamare (parlandone a voce in un discorso articolato, e non solo “pensando”) eventi piacevoli del passato, volti, nomi, luoghi e amicizie.

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