Disturbi del sonno negli anziani

Negli anziani i disturbi del sonno sono molto frequenti. In primo luogo, la durata della fase di riposo tende ad accorciarsi con l’andare dell’età, ma non solo. Oltre alla quantità del sonno, anche la qualità diminuisce, a causa di numerosi fattori psicologici, neurologici e fisici. 

Con l’arrivo della terza età si tende inoltre a distribuire il sonno in maniera differente: si preferiscono riposini pomeridiani e si ha la tendenza ad andare a dormire prima e a svegliarsi presto.

Uno dei motivi per cui questo si verifica è dovuto alla diminuzione della secrezione della melatonina, l’ormone che è in grado di farci dormire fino a 8 ore anche se dopo 4 ore non si è più stanchi.

Questa diminuzione è la responsabile del sonno discontinuo e quindi dei ripetuti risvegli durante la notte, condizione che può portare l’anziano in un vero e proprio stato di agitazione nel corso della notte, mettendo ulteriormente a rischio la sua salute.

In questo articolo faremo un rapido excursus sui disturbi del sonno negli anziani e su come affrontarli e prevenirli, in quanto una buona qualità del sonno è essenziale per il benessere dell’anziano.

Disturbi del sonno negli anziani: quali sono le cause di un riposo travagliato

I motivi per cui il sonno degli anziani può essere disturbato e non soddisfacente sono molteplici.

In primo luogo abbiamo i disturbi del sonno veri e propri, come ad esempio:

  • l’insonnia, è quello più frequente e consiste nella difficoltà di prendere sonno o dormire per un numero di ore sufficiente;
  • l’ipersonnia, al contrario è caratterizzata dall’eccessiva sonnolenza diurna;
  • la narcolessia, è una forma di ipersonnia primaria ed è causata dall’alterazione dei centri nervosi che si occupano della regolazione del ciclo sonno – veglia;
  • la sindrome delle apnee notturne, per apnea si intende una pausa respiratoria di almeno 10 secondi dovuta a un collasso delle vie respiratorie superiori;
  • il sonnambulismo, consiste nell’esecuzione di movimenti complessi durante uno stato di dissociazione fra il sonno e la veglia.

Si tratta quindi di disturbi che influiscono sia sulla capacità di addormentarsi che rimanere addormentati, peggiorando quindi la qualità del sonno.

Tra quelli citati, l’insonnia è senza dubbio il problema più frequente negli anziani e trova spesso origine in condizioni di natura psicologica come la depressione, lo stress, l’irascibilità e l’ansia.

Oltre ai classici disturbi del sonno, esistono poi numerosi fattori fisici che possono peggiorare sensibilmente la qualità del riposo, come dolori cronici, muscolari e articolari, e le malattie dell’apparato urinario, come le prostatiti, che causano una minzione frequente anche di notte, frammentando il riposo.

La mancanza di sonno, oltre a provocare un senso di stanchezza e irritabilità durante la giornata, rischia di impattare in modo molto negativo sulla qualità di vita dell’anziano.

Come riconoscere i disturbi del sonno negli anziani

Un calo nella qualità e nella quantità del riposo è considerato normale nelle persone anziane, ma è bene tenere sotto controllo questo peggioramento.

È abbastanza frequente, infatti, che questo causi uno stato di agitazione e iperattività nell’anziano, oltre a provocare uno scompenso sempre più profondo del ciclo sonno-veglia, in quanto capita spesso che gli anziani siano in attività in piena notte; questa condizione è molto pericolosa, perché aumenta in maniera notevole il rischio di incorrere in incidenti domestici.

Ecco perché è importante non sottovalutare i segnali e intraprendere un giusto iter diagnostico, che porterà ad un’efficace gestione e cura del disturbo.

Lo strumento diagnostico per eccellenza in questi casi è la polisonnografia, che viene utilizzata per rilevare i disturbi del sonno e viene eseguita di notte, mentre il paziente dorme. L’indagine può essere effettuata attraverso due tipologie di polisonnografia: cardio-respiratoria o neurologica.

La prima, attraverso il monitoraggio cardio respiratorio, viene utilizzata per diagnosticare la Sindrome delle Apnee Notturne (OSAS). La seconda aggiunge alla precedente l’elettroencefalogramma e il monitoraggio dell’attività nervosa e cerebrale durante il sonno. Questa consente di individuare le patologie del sonno a livello di sistema nervoso come le apnee centrali, epilessia, insonnia, ecc. Entrambe le tipologie di indagine vengono effettuate in ambiente controllato presso i centri ospedalieri attrezzati.

I disturbi del sonno negli anziani: come gestirli

In presenza di disturbi del sonno negli anziani, quali sono i metodi per una gestione efficace del problema?

Purtroppo l’approccio che si tende ad utilizzare di più è quello farmacologico, perché l’anziano si rivolge in prima battuta al medico di famiglia e prescrivere un farmaco sembra la soluzione più immediata per dare sollievo.

In realtà, ricorrere alle benzodiazepine, i farmaci più comuni per trattare questi disturbi, può da una parte migliorare il sonno nel breve periodo, ma dall’altra rischia di causare o peggiorare disturbi cognitivi pre-esistenti o addirittura di aumentare il pericolo di cadute.

Nella nostra esperienza di assistenza domiciliare per anziani, prima di ricorrere ai farmaci consigliamo sempre di praticare una corretta igiene del sonno.

È per questo che i nostri operatori supportano i loro assistiti nella creazione di sane abitudini che possano aiutarli a ridurre al massimo i disturbi del sonno, senza ricorrere ai farmaci.

Ecco quali sono i suggerimenti più utili per una buona igiene del sonno;

  • evitare l’utilizzo di display luminosi, come cellulari e tablet, prima di andare a letto;
  • nel caso in cui sia necessario utilizzarli, farlo con lenti anti-luce blu;
  • cercare di alzarsi e coricarsi allo stesso orario;
  • non dormire troppo durante il giorno;
  • non fare attività fisica in tarda serata;
  • limitare al massimo il consumo di bevande nervine;
  • consumare un pasto leggero la sera.

Anche se è bene evitare l’attività fisica la sera, è invece più che consigliato fare attività la mattina e il pomeriggio, in particolar modo all’aperto.

L’esposizione alla luce solare ha molti benefici, perché permette all’orologio biologico interno di sincronizzarsi con il ciclo di luce e di buio, in modo da avere meno difficoltà ad addormentarsi quando è notte. 

È dunque essenziale impostare la giornata in modo che sia il più attiva possibile ed evitare pennichelle pomeridiane o eccessiva pigrizia.

Creando una serie di abitudini regolari, il corpo sarà molto più incline a rilassarsi a fine giornata, favorendo l’addormentamento e un riposo più sereno.

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