Elisabetta II Regno Unito

Elisabetta II, la sovrana più longeva al mondo, è passata alla storia come simbolo di tenacia e costanza.

La sua figura ci dimostra che restare attivi sia fisicamente che mentalmente ed essere curati e assistiti con amore e attenzione possono essere il vero elisir di lunga vita.

La lunga vita della Regina Elisabetta

Dopo aver regnato per settant’anni, lo scorso 8 settembre, all’età di 96 anni, ci ha lasciati Elisabetta II, regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e dei reami del Commonwealth.

Elisabetta, nata il 21 aprile 1926, diventa erede al trono quando nel 1936 suo zio Edoardo VIII abdica e il padre di Elisabetta, Giorgio VI, sale al trono al posto suo. Elisabetta gli succede ufficialmente il 6 febbraio 1952, quando Giorgio VI muore all’improvviso.

Da allora il suo ruolo le è valso numerosi record, tra i quali quello di monarca il cui regno è stato il più lungo di sempre nella storia inglese.

L’esempio della regina Elisabetta II

Elisabetta ha sostenuto la propria funzione fino alla fine senza mai arrancare, almeno all’apparenza, mantenendo sempre la forza, la risolutezza e la lucidità che da sempre la contraddistinguono.

Ogni suo giorno è stato scandito dalle visite e dagli incontri ufficiali imposti dal suo ruolo, costringendola talvolta a sacrificare la sua vita privata e familiare. 

Eppure, forse proprio gli impegni che l’hanno portata a viaggiare a lungo in giro per il mondo, i rapporti da intrattenere, le mani da stringere e i notevoli sforzi mentali associati a queste attività hanno contribuito alla sua longevità, facendola restare estremamente lucida fino alla fine dei suoi giorni.

Mantenersi attivi fisicamente e mentalmente allunga la vita

È risaputo che, soprattutto in età avanzata, mantenersi attivi sia a livello fisico che mentale contribuisce a ritardare il normale decadimento psicofisico associato alla terza età. 

Numerosi studi scientifici dimostrano che le persone al di sopra dei 70 anni che portano avanti una moderata attività fisica e si mantengono attive anche a livello cognitivo hanno meno probabilità di sviluppare malattie neurodegenerative gravi, come ad esempio Alzheimer e morbo di Parkinson.

L’affetto dei propri cari e la cura di professionisti specializzati

Nel caso della regina Elisabetta è stata significativa anche la presenza di numerosi affetti al suo fianco, primo fra tutti il marito Filippo, che le è stato vicino per 73 anni, fino alla sua morte nel 2021. Anche il contatto continuo con i figli Carlo, Anna, Andrea e Edoardo e i suoi numerosi nipoti ha sicuramente giocato un ruolo cruciale nel mantenere attiva sua Maestà granny

Seppur costretta a lunghi periodi lontana da casa e a volte restia a dimostrare il proprio affetto in pubblico a causa del rigido protocollo a cui era tenuta a sottostare, Elisabetta ha ritrovato in età avanzata quella tenerezza di cui non è possibile fare a meno, a prescindere dal ruolo che si ricopre. 

Si pensi poi all’affetto dei suoi sudditi e alla stima e all’assistenza premurosa ricevuta da tutte le persone che l’hanno circondata in ogni momento della sua esistenza: Elisabetta II non ha mai avuto modo di sentirsi davvero “sola”.

Anche la sua passione per i cavalli, i suoi famosi cani corgi e la passione per la cura del giardino nel tanto amato Castello di Windsor hanno contribuito a mantenerla attiva e a farle trascorrere molto tempo all’aria aperta, altra innegabile fonte di benessere psicofisico.

Conclusioni

Più di chiunque altro Elisabetta II ci ha dimostrato che mantenersi attivi permette di vivere una vecchiaia dignitosa. Forse è proprio lo spirito con cui si affronta la terza età a fare la differenza. Ne è la prova il fatto che nel 2021 Elisabetta II ha rifiutato il premio di “anziana dell’anno” assegnatogli dalla rivista britannica The Oldie, sostenendo che “si è vecchi solo quando ci si sente tali”.

Senza il suo spirito intrepido non sarebbe riuscita ad affrontare la vita così intensa che ha vissuto con la stessa risolutezza e la stessa classe grazie alle quali la ricordiamo oggi con affetto.

Le cure per i nostri cari non hanno status sociale

Le condizioni degli anziani e delle persone che necessitano di cure specialistiche sono spesso delegate a strutture poco idonee o a professionisti che chiameremo con affetto poco professionali.

Questo accade perché, purtroppo, il costo della sanità in Italia è molto alto e troppo spesso pensioni e stipendi non permettono ai bisognosi di cure, amore e dedizione di essere assistiti a dovere.

Sono tanti i problemi legati alla terza età ma è nell’interesse di tutti preservare gli ultimi anni di vita dei nostri cari. Realizzare per loro un piano di assistenza e cura, al di là di ogni condizione economica diventa fondamentale. Per questo, seppur con tutte le difficoltà del caso, cerchiamo attraverso articoli, post sui social e le nostre newsletter di offrire spunti informativi gratuiti. Oltre a questo, Sant’Anna si impegna ogni giorno a fornire l’assistenza dei nostri operatori qualificati con tariffe che permettono a tantissime famiglie di aiutare i propri cari senza fargli mancare nulla. 

Se vuoi che anche i tuoi cari siano assistiti con cura e amore ogni giorno, scegli l’assistenza degli operatori qualificati di Sant’Anna 1984. Contattaci per ricevere informazioni sui nostri servizi o per ricevere un’offerta dedicata a te e alla tua famiglia.

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