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Stagioni estive sempre più calde e umide impongono il rispetto di alcune buone pratiche nell’assistenza e nel sostegno delle persone anziane.

Chi si trova in età avanzata è considerato più suscettibile di altri principalmente per quattro ordini di ragioni:

  1. lo stimolo della sete è ridotto;
  2. i meccanismi di termoregolazione corporea sono meno efficienti;
  3. la sensibilità al calore è elevata;
  4. si tratta di individui che presentano, a volte, patologie pregresse come il diabete e la cardiopatia.

Non tutti sanno che il Ministero della Salute emette un bollettino aggiornato a proposito delle prossime ondate di calore, con indicazione del livello di rischio per le principali città italiane. Questo specifico sistema di allarme differisce dal classico sistema di previsione metereologica perché mette in relazione le condizioni climatiche con i dati storici relativi all’impatto sulla salute e alla mortalità. La consultazione è utile per prevedere eventuali effetti negativi sulla popolazione anziana, sconsigliando eventualmente le uscite e riducendo l’attività fisica.

Uno stato di sofferenza dovuto al caldo eccessivo può manifestarsi con sintomi lievi o gravi. Nel primo caso molte persone anziane lamentano difficoltà a prendere sonno o mantenerlo, riduzione delle capacità psico-fisiche o stati d’ansia. Nel secondo possono verificarsi ipotensione arteriosa, comparsa di edemi alle gambe e aggravamento di stati patologici preesistenti. La disidratazione provoca invece spossatezza, senso di vertigine, palpitazioni, crampi muscolari ed abbassamento della pressione arteriosa.

Il fatto che la persona anziana abbia ridotto le attività alle quali normalmente si dedica, ivi compreso lo spostamento dentro casa, il cucinare, la stessa alimentazione, l’andare in bagno regolarmente, è già di per sé significativo di un peggioramento del proprio stato di salute.

Gli anziani con disturbi cardiaci ed ipertesi devono sempre evitare passaggi bruschi dalla posizione orizzontale a quella verticale: vanno incoraggiati a fermarsi in posizioni intermedie e, nei giorni di caldo maggiore, deve essere eseguito un controllo frequente della pressione arteriosa.

Se invece la persona è affetta da diabete occorre aumentare la frequenza dei controlli glicemici. Gli anziani con insufficienza renale sottoposti a dialisi devono tenere sotto controllo il peso e la pressione.

Il colpo di calore vero e proprio, conosciuto anche come ipertermia, è invece un disturbo specifico che può comparire, sia dentro casa che fuori, associato a caldo intenso, elevata umidità e assenza di ventilazione. I sintomi tipici sono l’aumento di temperatura e il disseccamento della cute. La vittima lamenta anche giramenti di testa, confusione, annebbiamento della vista, nausea, vomito e perdita di conoscenza.

Si tratta, a ben vedere, di sintomi vaghi e generici che spesso rendono difficile un inquadramento corretto del problema, con conseguente minimizzazione. Tuttavia, un campanello d’allarme significativo è costituito dall’aumento della temperatura repentino: nel giro di 10 o 15 minuti il termometro arriva a segnare i 40 gradi corporei. Un effetto tipico del colpo di calore è infatti l’alterazione consistente dei meccanismi di termoregolazione interna, la quale impedisce la regolare dispersione del calore per mezzo del sudore e della vasodilatazione.

In presenza di questi sintomi, pur nel dubbio, occorre contattare immediatamente il medico di famiglia o richiedere l’intervento dell’ambulanza. Nell’attesa si dovrà far distendere la persona in un luogo fresco e ventilato, con le gambe alzate rispetto al resto del corpo. Si procederà poi all’idratazione e all’abbassamento della temperatura corporea mediante applicazione di borsa del ghiaccio o lenzuola e asciugamani bagnati con acqua fredda.

Per scongiurare il pericolo di malori notturni è fondamentale l’assistenza continuativa da parte di un operatore socio-assistenziale preparato sull’argomento.

In generale, le persone anziane non autosufficienti dipendono dagli altri per la conservazione di uno stato di salute ottimale. Oltre a garantire sempre la necessaria assistenza ad opera di professionisti qualificati anche i familiari possono contribuire, per esempio assicurandosi che lo spazio vitale dell’anziano sia adeguato in ogni stagione dell’anno.

Per rendere la dimora abituale dell’anziano meno calda è, per esempio, importante:

  • schermare tutti gli infissi con esposizione sud, sud-ovest;
  • chiudere le finestre nelle ore più calde, aprirle durante la notte e nel primo mattino;
  • limitare l’uso degli elettrodomestici che producono più calore, come il forno;
  • usare climatizzatori e ventilatori senza che il flusso d’aria sia diretto sulla persona;
  • evitare passaggi repentini freddo/caldo (le docce, in particolari, non devono essere ghiacciate ma con acqua tiepida);
  • non coprire chi si trova letto per degenza temporanea o per necessità di lungo periodo;
  • valutare eventuali piccole ristrutturazioni di riqualificazione energetica, ricorrendo alle detrazioni fiscali previste.

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