la tutela degli anziani in difficoltà economica

Tra i paesi Europei, l’Italia è il paese con la maggiore percentuale di anziani: infatti il 21,4% della popolazione ha più di 65 anni e il 6,4% ne ha più di 80. Diventare anziani viene associato al diventare nonni, ma, purtroppo, non implica solo questo. Invecchiare significa ridurre o cessare la propria attività lavorativa, così come le capacità di svolgere le attività quotidiane e, infine, sempre nuovi disturbi e disabilità si fanno strada di giorno in giorno. 

Di pari passo con l’avanzare dell’età cresce quindi il bisogno, in gran parte dei casi, di dover ricevere cure e assistenza giornaliera. Le soluzioni a disposizione delle famiglie sono di solito due: il ricovero in una RSA, spesso molto mal tollerato dagli anziani, o l’assistenza domiciliare.

È chiaro che si tratta di servizi a pagamento, non compresi nel welfare nazionale, che spesso gli anziani non sono in grado di sostenere in modo autonomo. Nei casi in cui l’anziano non ha un’entrata sufficiente per coprire le spese della badante, non esistono bonus o aiuti statali a cui poter fare ricorso, ma dovranno essere i familiari stretti a farsi carico delle spese.

Anziani in difficoltà economiche: è la Legge a tutelarli 

Sopperire al carico economico di un’assistenza domiciliare da parte dei familiari non è da intendersi come un atto di bontà o moralità, ma un obbligo, in quanto è la Legge che lo prevede in modo espresso. Il Codice Civile, attraverso le sue disposizioni, riconosce ai figli l’obbligo di prestare sostegno morale e materiale ai genitori anziani e non autosufficienti.

Questo obbligo scatta in automatico nel momento in cui anche l’altro genitore è indigente o invalido e quindi non è, in quel momento, in grado di prendersene cura. La Legge, quindi, obbliga i figli a predisporre un assegno alimentare e di sostegno, per sostenere e tutelare l’anziano e provvedere alle quotidiane incombenze.

Nel caso in cui la famiglia sia costituita da più figli, tutti sono chiamati a contribuire in base alle loro rispettive condizioni economiche. In questo modo la spesa della badante non ricadrà su un singolo soggetto, ma verrà ripartita per quanti sono i figli e in base alle disponibilità reddituali di ognuno: chi guadagna di più contribuirà in modo maggiore. In questo modo ogni figlio può contribuire in base alle proprie capacità.

Se si verificano casi in cui nessun figlio ha intenzione di partecipare alle spese, o la spesa ricade tutta su un solo figlio, allora è possibile fare ricorso a vie legali. Colui che decide di non partecipare, laddove è chiamato a farlo, commette un reato che può essere denunciato alle autorità competenti.

Infatti, il codice penale stabilisce il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare, per il quale è prevista la reclusione fino ad un anno o una multa economica.

Anziani in difficoltà economiche: quanto costa una badante e quanto può incidere sul bilancio familiare questa spesa

Una volta stabilito chi deve contribuire all’assistenza dell’anziano, è necessario costituire il rapporto di lavoro con la badante tramite l’apposito contratto collettivo nazionale di lavoro per gli assistenti familiari.

Per stabilire il salario della badante bisogna tenere presenti diverse opzioni:

  • badanti di lungo orario, con contratto di 8 ore al giorno;
  • badanti conviventi;
  • badanti part-time, 2 o 4 ore al giorno.

Sulla base di queste differenze e in relazione alle attività che ci sono da svolgere con l’assistito, viene stabilito uno stipendio, non tralasciando il fatto che, quando si assume una badante convivente, devono essere compresi vitto e alloggio, salvo la previsione di un’ulteriore integrazione salariale.

Sulla base delle attuali condizioni di mercato, la retribuzione media di una badante di lungo orario o convivente va da 800 a 1100 euro al mese

A questa cifra è necessario aggiungere:

  •  tredicesime;
  •  TFR;
  •  contributi previdenziali;
  •  un mese di ferie retribuito ogni anno;
  •  un giorno e mezzo di riposo alla settimana;
  •  due ore di libera uscita nei restanti 5 giorni.

È chiaro che, per una famiglia, gestire in maniera autonoma tutta questa parte burocratica può diventare un impegno faticoso. Per cui, in questi casi, è bene liberarsi e affidarsi ad una realtà strutturata che può sopperire a tutte queste pratiche.

Noi di Sant’Anna 1984 non solo ci facciamo carico della parte burocratica, ma grazie alla nostra struttura organizzativa non lasciamo nessun periodo dell’anno scoperto. Siamo noi a garantire al nostro personale le ferie e i permessi, assicurando allo stesso tempo alle famiglie l’erogazione costante del servizio.

Assunzione badante tramite contratto e agevolazioni fiscali

Le famiglie che assumono una badante tramite un regolare contratto di lavoro hanno diritto ad una detrazione fiscale pari al 19% su una spesa massima di 2.100 euro complessivi.

Questo significa che se le persone assistite sono più di una, il limite resta comunque quello di 2.100 per tutte e non per ciascuna di loro.

In questo modo il massimo sconto che si potrà ottenere dalle tasse sarà di 399 euro all’anno, detrazione che spetta a chi ha un reddito complessivo lordo inferiore ai 40.000 euro annui.

Ma è anche importante per riconoscere questo lavoro come tale, cercando di abolire l’associazione che ancora spesso si fa ‘badante-schiavitù’. È per questo che noi di Sant’Anna 1984 ci preoccupiamo di tutelare tanto le famiglie quanto le badanti e tutti i membri del nostro staff.

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