Sono molteplici le cause legate alla perdita della memoria, sia a lungo termine sia a breve termine ed è possibile affermare che tutte dipendono dall’età e dai vari problemi legati ad essa.
È noto che, con l’avanzare dell’età, sia la capacità di apprendimento sia la qualità della memoria tendano a deteriorarsi. Questa condizione si verifica anche in totale assenza di patologie gravi.
La perdita della memoria, però, può essere anche il risultato di problemi emotivi, come aver perso una persona cara o sentire la propria socialità venire meno. Questo processo è continuo e irreversibile, ma alcune tecniche possono aiutare gli anziani a tenere allenata la memoria, rallentando in maniera notevole il processo fisiologico di deterioramento.
Come prevenire la perdita di memoria nelle persone anziane
Per decelerare o prevenire la progressione dei disturbi della memoria sono necessari:
- una corretta alimentazione;
- un rapporto adeguato sogno/veglia;
- attività fisica costante;
- vita sociale attiva e soddisfacente.
Il cervello, proprio come tutti gli altri muscoli, ha bisogno di essere allenato: più viene impegnato e più facilmente resterà in forma nel tempo. Tra gli strumenti più prestanti e importanti troviamo la stimolazione cognitiva, che consiste in una serie di tecniche volte ad allenare e rafforzare le capacità cognitive del paziente.
Attenzione, linguaggio, memoria e funzioni esecutive rientrano tra queste. Tutte le tecniche utilizzate dalla stimolazione cognitiva fanno parte di un protocollo specifico e finalizzato alle esigenze del paziente. Questo significa che praticarle in assenza di supervisione può portare ad un risultato opposto.
Anziani e perdita di memoria: soluzioni tecnologiche e nuovi strumenti
La riabilitazione neurocognitiva rientra tra le soluzioni tecnologiche più utili per migliorare la memoria negli anziani. Questa fa riferimento ad una metodologia basata sulle recenti conquiste in campo tecnologico, mirate al ripristino della plasticità cerebrale.
Lo scopo è ottenere una stimolazione sufficiente a compensare i deficit, cosa che avviene mediante un approccio personalizzato per il singolo paziente. A sostegno di questa pratica, sono stati progettati diversi software, con l’obiettivo di migliorare la memoria dell’anziano attraverso l’uso di computer o tablet, in autonomia o con il supporto di un assistente.
Tra le ultime scoperte scientifiche troviamo inoltre la stimolazione magnetica transcranica, una tecnologia volta ad aiutare i pazienti affetti da morbo di Alzheimer a contrastare la progressiva perdita di memoria.
La stimolazione magnetica transcranica (TMS) è basata sul principio dell’induzione magnetica, che permette di stimolare o inibire l’attività neuronale di specifiche aree cerebrali. Lo strumento deputato a questa terapia genera campi magnetici indirizzati verso il cervello della persona, che si trasformano in impulsi elettrici in grado di stimolare la riattivazione di connessioni esistenti tra neuroni e sinapsi.
L’obiettivo ultimo è quello di migliorare la memoria dell’anziano; in particolare i ricercatori si sono concentrati su una specifica rete neurale, indicata con il nome di default mode network. Si tratta di una regione collocata in una zona centrale e profonda del cervello, connessa con l’ippocampo, altra area critica quando si parla di Alzheimer e disturbi legati alla memoria.
Ma è bene puntualizzare che ogni trattamento utilizzato per la cura della perdita della memoria dipende dalla causa scatenante. Infatti, essendo ogni paziente a sé, è sempre opportuna e consigliata la supervisione di esperti nel settore. In questa ottica, possono essere di grande aiuto gli assistenti domiciliari.
Anziani e perdita di memoria: il ruolo della famiglia
È senza dubbio possibile prevenire o limitare il decadimento della memoria, ma per farlo è importante adottare le giuste misure per evitare di peggiorare o aggravare del tutto la situazione.
In questo percorso anche la famiglia svolge un ruolo importante: infatti mettere in atto alcuni accorgimenti può contribuire a ricreare un’atmosfera positiva e stimolante, che ha un effetto benefico sulla capacità mnemonica.
In particolare è bene che i familiari adottino i seguenti comportamenti:
- utilizzare una comunicazione stimolante volta a sollecitare l’attività cognitiva dell’anziano;
- preferire un linguaggio lento e chiaro, facendo prevalere un tono pacato per evitare agitazioni futili;
- usare frasi brevi e semplici, evitando metafore e giochi di parole;
- lasciare il giusto tempo per ricevere risposta.
Gentilezza e pazienza devono essere i protagonisti delle relazioni con i più fragili.
Con il passare del tempo e l’aumentare del decadimento cognitivo, le giornate iniziano ad essere sempre più impegnative per gli anziani, perché cominciano a dimenticarsi di lavarsi e persino a cosa servono o come si usano strumenti come spazzolino, pettine o spugna. Non si ricordano se hanno già svolto le mansioni igieniche durante la giornata e finiscono per perdere l’interesse e la motivazione per la cura di sé.
Quando la famiglia si rende conto che non è in grado di occuparsi in maniera diretta dell’anziano, l’assistenza di personale specializzato diventa essenziale, ma questo non implica in modo diretto che l’anziano sia disposto ad accettare l’aiuto; infatti, spesso lo rifiuta e si oppone all’idea di un estraneo che lo assista nelle sue mansioni private.
Ciò è del tutto normale e comprensibile, per questo un assistente deve essere preparato a rispettare l’indipendenza dell’assistito, non prendendo il suo posto, ma completando le sue azioni in relazione alle sue possibilità.
Anziani e perdita di memoria: il sostegno dell’assistenza domiciliare di Sant’Anna 1984
Avere in casa un operatore socio-assistenziale significa poter contare sull’aiuto di una figura esperta e formata per ogni evenienza. Anche nel caso di un assistito con problemi di memoria, i nostri operatori sono in grado di aiutare l’anziano non autosufficiente.
Affidarsi ad una cooperativa come la nostra implica quindi convenienza e rassicurazione. Ogni giorno ci preoccupiamo di fornire un sostegno essenziale alla categoria più fragile della società. Sant’Anna 1984 è una grande famiglia che pone sempre al centro le esigenze dell’assistito.