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La badante per servizio notturno è normalmente un’operatrice o un operatore assistenziale qualificato che presta servizio solo nella relativa fascia oraria. Questo perché chi assiste la persona durante il giorno ha diritto a un riposo pari a 11 ore, a meno che non vi siano accordi con il datore di lavoro tali da garantire comunque pause durante la giornata e il pagamento degli straordinari.

A Sant’Anna, tuttavia, è lo staff ad occuparsi della gestione dei turni del personale e questa incombenza non sarà mai una preoccupazione a carico degli assistiti o delle loro famiglie. A seconda della necessità possiamo sviluppare pacchetti assistenza diversi, più snelli e che si riferiscono solo al periodo notturno o più completi, come nel caso della badante convivente.

Ma quando si rende indispensabile, secondo la nostra esperienza, chiamare una badante per la notte?

Sicuramente in tutti i casi di convalescenza, quando l’anziano ha una malattia in corso o ha subito un’operazione e nessuno dei familiari può restare con lui durante la notte.

Ma anche al di fuori di questo esempio può darsi che la persona non sia autosufficiente e debba esserle garantita una presenza o un’assistenza fissa, anche per sorvegliarne il riposo, per l’accompagnamento in bagno o per l’intervento tempestivo in caso di cadute.

Tra presenza e assistenza della badante per servizio notturno c’è una differenza sottolineata anche dai contratti CCNL: una badante che si limita a fare compagnia all’assistito e resta a sua disposizione per ogni eventuale necessità effettua un servizio di sola presenza, chi invece si dedica a cure specifiche sta prestando un’assistenza effettiva.

Nel primo caso, dunque, la badante potrebbe anche dormire a casa dell’assistito, in una stanza separata, nel secondo invece è richiesto che resti sveglia e ben attenta dalle ore 20 alle 8 del mattino.

L’assistenza notturna degli anziani affetti da demenza ha caratteristiche particolari: il 40% di loro soffre di gravi disturbi del sonno, perché fa fatica ad addormentarsi o si sveglia frequentemente e resta vigile a lungo, con episodi di ansia e iperattività.

La degenerazione celebrale tipica della demenza senile altera il ritmo circadiano che normalmente presiede alla regolazione dei processi fisiologici: è dunque necessario che la badante per servizio notturno si attivi per migliorare la vita dell’assistito anche sotto questi aspetti.

Per esempio occorrerà controllare le fonti di luce e il comfort del letto e saper reagire correttamente al risveglio dell’anziano.

In generale, tuttavia, durante la terza età il sonno è meno soddisfacente anche perché di giorno non si svolgono attività sufficientemente stimolanti o ci si concedono lunghi pisolini che compromettono il riposo notturno.

Se il medico ha prescritto l’uso di sonniferi l’assistito potrebbe soffrire di giramenti di testa pericolosi durante la deambulazione.

Chi soffre di Alzheimer è spesso insonne e durante la notte tende a girovagare per casa (o, addirittura, ad uscire di casa!) mettendo in pericolo sé stesso e svegliando i familiari conviventi che hanno un bisogno assoluto di dormire. Se l’anziano può infatti recuperare il giorno successivo la stanchezza accumulata nelle ore notturne, la stessa possibilità non è concessa a chi lavora o studia. Ecco quindi un altro caso in cui l’assistenza di una badante di notte si rivela fondamentale, persino se in casa sono presenti altre persone.

Le nostre badanti specializzate nel servizio notturno sono preparate su tutti questi aspetti e la loro presenza in casa dell’anziano aumenta il benessere generale della famiglia costituendo un sollievo per i care giver, che non dovranno più preoccuparsi se il proprio caro si alza e rischia di inciampare al buio o avere un malore in assenza di qualcuno che sappia aiutarlo nel modo più indicato.

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