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Circa il 30% del personale Sant’Anna 1984 è costituito da OSS ovvero “operatori socio-sanitari” e le selezioni per nuove figure all’altezza del ruolo non sono mai chiuse. Questo perché prendersi cura degli anziani o di persone affette da disabilità è un processo cui collaborano, incastrandosi come i pezzi di un puzzle, persone con ruoli e professionalità diverse: i familiari, senz’altro, le badanti, gli OSS e, a volte, infermieri, fisioterapisti e naturalmente i medici.

Il supporto ad una persona sofferente o non autosufficiente richiede infatti non soltanto il soddisfacimento dei bisogni fisiologici primari, cui sono attivamente impegnati gli OSS, ma anche di tutti gli altri bisogni indicati nella gerarchia di Maslow ovvero i bisogni di sicurezza, appartenenza, autostima e autorealizzazione.

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Nella scala proposta dallo psicologo statunitense la piena realizzazione dell’individuo si verifica nel passaggio da tutti gli stadi ed ogni livello non soddisfatto non consente progressione verso i successivi.

In questo quadro si inserisce perfettamente l’operatore socio sanitario a domicilio il quale coadiuva la famiglia e l’eventuale infermiere nella soddisfazione dei bisogni primari, indispensabile “punto di partenza” per quanti si occuperanno della realizzazione dei desideri e delle aspirazioni dell’assistito. Tra questi rientrano amici e familiari ma anche badanti e psicologi.

Assistenza domiciliare: cosa fa un OSS?

Questa figura professionale è stata formalmente riconosciuta con l’accordo datato 22 febbraio 2001 relativo alla conferenza permanente tra stato e regioni e poi ulteriormente definita per quel che attiene la formazione e i compiti da leggi regionali e altri provvedimenti datati 2006 e 2018.

Solo recentemente la professione è stata istituita anche all’interno del servizio di sanità militare delle forze armate italiane.

L’OSS opera a domicilio, in ospedale o presso cliniche private svolgendo mansioni che attengono non solo all’area assistenziale vera e propria (com’è per gli OSA, operatori socio-assistenziali) ma anche a quella sanitaria.

Un OSS può dunque effettuare alcune medicazioni, può controllare i parametri vitali, compiere attività semplici di supporto diagnostico e terapeutico, realizzare interventi di primo soccorso e operazioni di sterilizzazione, sanitizzazione, sanificazione.

Naturalmente il ruolo richiede una formazione specifica, con la frequenza di corsi regionali e conseguimento del relativo attestato.

L’OSS a domicilio può lavorare da solo o in collaborazione con figure medico-infermieristiche. Un possibile elenco delle sue mansioni ricomprende, per esempio:

  • assistenza nell’alimentazione;
  • assistenza nella vestizione;
  • igiene della persona;
  • aiuto nell’espletamento dei bisogni fisiologici;
  • posizionamento e mantenimento delle posizioni terapeutiche;
  • prevenzione di ulcere da decubito;
  • igiene del letto e delle apparecchiature usate dall’assistito;
  • pulizia di utensili, presidi ed ambienti utilizzati dall’assistito;
  • osservazione dell’assistito (aspetto, comportamento, stato di coscienza, dolore, segni vitali);
  • mobilizzazione dell’assistito.

Le doti di un OSS a domicilio

L’OSS cura anche con sorrisi, carezze, chiacchiere e battute di spirito. Un’assistenza domiciliare OSS di qualità non dipende soltanto dai meriti curriculari del professionista ma anche dalla sua predisposizione innata al ruolo di cura, che ha molto a che fare con la capacità di donare e donarsi.

È fondamentale che si instauri con l’assistito un legame empatico di difficile realizzazione specie nelle prime fasi, quando molti pazienti rifiutano l’idea di essere aiutati e sperimentano l’imbarazzo e una sensazione di inutilità e perdita del controllo sulla propria vita.

L’operatore socio sanitario a domicilio è dunque una persona di gran cuore, una qualità troppo difficile da “recitare”. Nonostante lavorino instancabilmente e con spirito di sacrificio i nostri migliori OSS hanno sempre, anche a tarda sera, voglia di scherzare e divertire gli assistiti!

A Sant’Anna attribuiamo rilevanza non soltanto all’esperienza e alla professionalità ma anche alle attitudini degli operatori. Chi sceglie questo lavoro, chi ci sceglie come “famiglia professionale”, non sta solo cercando di portare a casa uno stipendio ma è generalmente un animo gentile e appassionato. Sono tanti, d’altra parte, i lavori che conducono ad un contatto diretto e continuo con le persone. Ma chi vorrebbe diventare commesso di negozio non può fare l’OSS.

Ed è questo genere di vocazione che riconosciamo e premiamo durante le selezioni del personale. Vuoi saperne di più? Se sei curioso di conoscere i nostri OSS a domicilio o sei alla ricerca di una badante a Roma contattaci.

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