Elisabetta II del Regno Unito: la forza della costanza

Elisabetta II Regno Unito

Elisabetta II, la sovrana più longeva al mondo, è passata alla storia come simbolo di tenacia e costanza.

La sua figura ci dimostra che restare attivi sia fisicamente che mentalmente ed essere curati e assistiti con amore e attenzione possono essere il vero elisir di lunga vita.

La lunga vita della Regina Elisabetta

Dopo aver regnato per settant’anni, lo scorso 8 settembre, all’età di 96 anni, ci ha lasciati Elisabetta II, regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e dei reami del Commonwealth.

Elisabetta, nata il 21 aprile 1926, diventa erede al trono quando nel 1936 suo zio Edoardo VIII abdica e il padre di Elisabetta, Giorgio VI, sale al trono al posto suo. Elisabetta gli succede ufficialmente il 6 febbraio 1952, quando Giorgio VI muore all’improvviso.

Da allora il suo ruolo le è valso numerosi record, tra i quali quello di monarca il cui regno è stato il più lungo di sempre nella storia inglese.

L’esempio della regina Elisabetta II

Elisabetta ha sostenuto la propria funzione fino alla fine senza mai arrancare, almeno all’apparenza, mantenendo sempre la forza, la risolutezza e la lucidità che da sempre la contraddistinguono.

Ogni suo giorno è stato scandito dalle visite e dagli incontri ufficiali imposti dal suo ruolo, costringendola talvolta a sacrificare la sua vita privata e familiare. 

Eppure, forse proprio gli impegni che l’hanno portata a viaggiare a lungo in giro per il mondo, i rapporti da intrattenere, le mani da stringere e i notevoli sforzi mentali associati a queste attività hanno contribuito alla sua longevità, facendola restare estremamente lucida fino alla fine dei suoi giorni.

Mantenersi attivi fisicamente e mentalmente allunga la vita

È risaputo che, soprattutto in età avanzata, mantenersi attivi sia a livello fisico che mentale contribuisce a ritardare il normale decadimento psicofisico associato alla terza età. 

Numerosi studi scientifici dimostrano che le persone al di sopra dei 70 anni che portano avanti una moderata attività fisica e si mantengono attive anche a livello cognitivo hanno meno probabilità di sviluppare malattie neurodegenerative gravi, come ad esempio Alzheimer e morbo di Parkinson.

L’affetto dei propri cari e la cura di professionisti specializzati

Nel caso della regina Elisabetta è stata significativa anche la presenza di numerosi affetti al suo fianco, primo fra tutti il marito Filippo, che le è stato vicino per 73 anni, fino alla sua morte nel 2021. Anche il contatto continuo con i figli Carlo, Anna, Andrea e Edoardo e i suoi numerosi nipoti ha sicuramente giocato un ruolo cruciale nel mantenere attiva sua Maestà granny

Seppur costretta a lunghi periodi lontana da casa e a volte restia a dimostrare il proprio affetto in pubblico a causa del rigido protocollo a cui era tenuta a sottostare, Elisabetta ha ritrovato in età avanzata quella tenerezza di cui non è possibile fare a meno, a prescindere dal ruolo che si ricopre. 

Si pensi poi all’affetto dei suoi sudditi e alla stima e all’assistenza premurosa ricevuta da tutte le persone che l’hanno circondata in ogni momento della sua esistenza: Elisabetta II non ha mai avuto modo di sentirsi davvero “sola”.

Anche la sua passione per i cavalli, i suoi famosi cani corgi e la passione per la cura del giardino nel tanto amato Castello di Windsor hanno contribuito a mantenerla attiva e a farle trascorrere molto tempo all’aria aperta, altra innegabile fonte di benessere psicofisico.

Conclusioni

Più di chiunque altro Elisabetta II ci ha dimostrato che mantenersi attivi permette di vivere una vecchiaia dignitosa. Forse è proprio lo spirito con cui si affronta la terza età a fare la differenza. Ne è la prova il fatto che nel 2021 Elisabetta II ha rifiutato il premio di “anziana dell’anno” assegnatogli dalla rivista britannica The Oldie, sostenendo che “si è vecchi solo quando ci si sente tali”.

Senza il suo spirito intrepido non sarebbe riuscita ad affrontare la vita così intensa che ha vissuto con la stessa risolutezza e la stessa classe grazie alle quali la ricordiamo oggi con affetto.

Le cure per i nostri cari non hanno status sociale

Le condizioni degli anziani e delle persone che necessitano di cure specialistiche sono spesso delegate a strutture poco idonee o a professionisti che chiameremo con affetto poco professionali.

Questo accade perché, purtroppo, il costo della sanità in Italia è molto alto e troppo spesso pensioni e stipendi non permettono ai bisognosi di cure, amore e dedizione di essere assistiti a dovere.

Sono tanti i problemi legati alla terza età ma è nell’interesse di tutti preservare gli ultimi anni di vita dei nostri cari. Realizzare per loro un piano di assistenza e cura, al di là di ogni condizione economica diventa fondamentale. Per questo, seppur con tutte le difficoltà del caso, cerchiamo attraverso articoli, post sui social e le nostre newsletter di offrire spunti informativi gratuiti. Oltre a questo, Sant’Anna si impegna ogni giorno a fornire l’assistenza dei nostri operatori qualificati con tariffe che permettono a tantissime famiglie di aiutare i propri cari senza fargli mancare nulla. 

Se vuoi che anche i tuoi cari siano assistiti con cura e amore ogni giorno, scegli l’assistenza degli operatori qualificati di Sant’Anna 1984. Contattaci per ricevere informazioni sui nostri servizi o per ricevere un’offerta dedicata a te e alla tua famiglia.

Come difendere gli anziani dalle truffe?

Come difendere gli anziani dalle truffe

Gli anziani, si sa, sono spesso la fascia più debole della popolazione sia da un punto di vista fisico che emotivo.

Non di rado, infatti, si tratta di persone costrette a fare i conti con la solitudine, e quindi più propense a dare confidenza a soggetti senza scrupoli pronti a cogliere ogni possibile occasione per fare leva sulla loro ingenuità e mettere a segno disdicevoli truffe.

Nel caso in cui queste vadano a buon fine, comportano non solo conseguenze economiche come la sottrazione di denaro o di oggetti di valore, ma anche, e soprattutto, conseguenze di natura psicologica.

Dopo aver subito una truffa infatti, non è insolito che gli anziani si sentano più esposti e deboli, e facciano fatica a riprendersi da queste situazioni che, ai loro occhi, li fanno apparire “inutili” agli occhi della società.

Sappiamo bene che in questi casi la colpa non ricade sull’anziano, ma su chi, commettendo atti così spregevoli, li fa trovare nella condizione di mettere in discussione le loro capacità, ecco perché in questo articolo vogliamo fornirti alcuni suggerimenti utili per evitare che i tuoi cari incappino nelle truffe più comuni.

Truffe agli anziani: quali sono le più comuni?

Le truffe ai danni degli anziani si verificano, di norma, presso le loro abitazioni o in strada.

Nel caso delle truffe che hanno luogo presso le abitazioni degli anziani, i malfattori fanno solitamente leva su sentimenti forti quali paura (ad es. nel caso di potenziali fughe di gas o problemi con impianti idrici e bollette) o amore (ad es. nel caso di figli che hanno subito presunti incidenti o si trovano in situazioni di necessità).

Nel primo caso i truffatori potrebbero fingere di aver ricevuto la segnalazione di una fuga di gas, di una perdita delle tubature o di un errore in una bolletta per entrare in casa dei malcapitati e sottrarre i loro averi.

Nel secondo caso, invece, potrebbero fingere un incidente subito dai figli o dai nipoti della vittima e chiedere denaro in cambio di presunte cure mediche o esigenze assicurative, o ancora parlare di un presunto pacco da consegnare con pagamento alla consegna.

Le truffe che si verificano in strada includono invece circostanze quali la sottrazione della pensione ritirata presso uno sportello bancario, il denaro prelevato a uno sportello bancomat o il furto di portafogli o oggetti preziosi indossati dalle vittime.

I malfattori sono infatti soliti avvicinarsi alle vittime con un aspetto rassicurante e un atteggiamento estremamente amichevole, e fingendosi funzionari della banca o dell’ufficio postale, con la scusa di un errore o di aiutarli a verificare il prelievo appena effettuato, sottraggono l’intero importo.

In altri casi si fingono invece conoscenti della vittima e, avvicinandola per salutarla o abbracciarla in segno di affetto, sottraggono portafogli o gioielli senza che l’anziano abbia il tempo o il modo di rendersene conto, frastornato dalla loro estrema confidenza.

Ma come è possibile prevenire queste spiacevoli situazioni? Di seguito riportiamo alcuni utili consigli incentrati su due parole chiave: sensibilizzazione e vicinanza.

10+1 consigli utili per prevenire le truffe ai danni degli anziani

  1. Non fornire mai informazioni personali o riguardanti i propri familiari, in quanto queste potrebbero essere sfruttate dai malfattori per inventare storie potenzialmente più credibili che potrebbero trarre in inganno gli anziani.
  2. Quando si esce di casa, non portare con sé molti contanti e, se possibile, farsi accompagnare da un familiare o da un conoscente nei casi in cui si debba ritirare la propria pensione o prelevare da un bancomat.
  3. Non aprire la porta agli estranei se non in caso di appuntamenti concordati in precedenza per esigenze conclamate.
  4. Non fidarsi degli sconosciuti che raccontano di situazioni di pericolo che coinvolgono i propri familiari.
  5. I “grandi profitti” o le “grandi occasioni” promessi dagli sconosciuti non sono quasi mai reali.
  6. Le bollette non vengono mai riscosse a domicilio da fantomatici incaricati: nel caso in cui venga fatta una richiesta simile, è opportuno far aspettare fuori dalla porta la persona che richiede il pagamento e contattare l’ente/agenzia di riferimento cercando il numero di telefono in modo autonomo (utilizzando i numeri forniti dai malfattori si rischierebbe di parlare con dei complici).
  7. Una persona dotata di un tesserino non è necessariamente un ufficiale delle forze dell’ordine: nel dubbio è opportuno contattare il 112, vale a dire il numero unico dedicato alle emergenze.
  8. Partecipare alle attività di sensibilizzazione organizzate dall’Arma dei Carabinieri in molti comuni italiani e rivolte alle fasce più deboli e indifese della popolazione, e prestare attenzione alle campagne promosse da reti televisive, radio e giornali.
  9. Non prestare attenzione, neanche su Internet, agli sconosciuti che si propongono di risolvere problemi o di far ottenere facili guadagni.
  10. Avvisare personalmente i propri familiari anziani quali sono le situazioni di rischio più comuni, ed eventualmente allertare vicini e conoscenti che potrebbero aiutarli in caso di necessità.
  11. Far capire agli anziani che qualora dovessero subire una truffa, dovranno parlarne e denunciare il fatto nonostante l’inevitabile vergogna provata.

Truffe agli anziani: il punto di vista di Sant’Anna 1984

Sant’Anna 1984 è contro ogni forma di raggiro ai danni degli anziani, in quanto la sua attività è incentrata, al contrario, sull’assistenza e l’aiuto alle persone che si trovano in una fase della propria vita che le espone a maggiore fragilità fisica, emotiva, nonché a un maggiore senso di solitudine.

I soggetti anziani che più spesso cadono vittime di truffe sono persone che si trovano sole in casa e che, pur di non abbandonarsi all’isolamento, sono predisposte ad ascoltare e interagire anche con chi non conoscono, senza comprendere a fondo le relative intenzioni.

La presenza in casa di uno dei nostri operatori esperti addetti all’assistenza domiciliare fa sì che le possibilità che gli anziani subiscano truffe di questo genere siano ridotte al minimo, il che è in grado di far vivere in modo sereno sia gli assistiti che i loro familiari.

Grazie a Sant’Anna 1984, i tuoi cari saranno al sicuro in ogni circostanza.

Come trovare una badante: i consigli di Sant’Anna 1984

Trovare una badante che sia in grado di prendersi cura dei tuoi cari proprio come lo faresti tu è un compito difficile, tanto più che la possibilità di fare la scelta sbagliata è sempre dietro l’angolo.

In questo articolo ti diamo qualche consiglio per non correre rischi in un momento così delicato della tua vita familiare, e ti spieghiamo perché Sant’Anna 1984 potrebbe essere la soluzione ideale per te e per le persone che ami.

Come abbiamo già spiegato, le mansioni di una badante non si limitano alla gestione della casa e alla preparazione dei pasti, ma si estendono all’assistenza agli anziani, alla cura della relativa igiene personale, alla somministrazione dei medicinali e alle eventuali altre attività richieste dalle condizioni specifiche dell’assistito.

Oltre all’empatia e alla predisposizione alla cura degli anziani, le badanti devono quindi vantare significative competenze professionali che non possono essere improvvisate, ed è per questo che nella ricerca di una badante bisogna prestare attenzione a tutti questi aspetti.

Passaparola

Il passaparola è senza dubbio l’opzione prediletta da chi si trova a dover ricorrere ai servizi di una badante, soprattutto in caso di circostanze improvvise che impongono di individuare una figura da affiancare ai propri cari nel minor tempo possibile.

Tuttavia, affidarsi ai consigli di parenti, amici o conoscenti può rivelarsi un’arma a doppio taglio, in quanto una badante in grado di assistere una determinata persona potrebbe non essere in grado di affiancarne un’altra che presenta problematiche ed esigenze del tutto diverse.

Non va poi trascurato il fatto che non sempre le persone selezionate attraverso il passaparola vantano l’esperienza e le competenze necessarie per ricoprire un ruolo così delicato.

Pubblicare un annuncio di lavoro

La seconda opzione consiste nel pubblicare un annuncio di lavoro finalizzato alla ricerca di una badante sui quotidiani locali, sui social media o su siti specializzati.

Sebbene questa possa risultare la strada più semplice attraverso la quale ottenere una grande quantità di nominativi tra i quali selezionare la persona ritenuta più adatta, si rischia di essere inondati da un’infinità di chiamate ed essere costretti a sostenere numerosi colloqui, senza poi essere in grado di valutare le effettive esperienze, competenze e referenze delle badanti che ci si trova a intervistare. 

Dunque non si rischia soltanto di perdere tempo prezioso, ma anche di scegliere una persona non adatta alle proprie esigenze per poi dover ricominciare l’intero processo da capo.

Rispondere a un annuncio

Come nel caso precedente, rispondere agli annunci pubblicati dalle badanti su quotidiani locali, siti Internet, social media o volantini esposti presso strutture sanitarie o di altra natura, comporta il rischio di imbattersi in persone che non vantano l’esperienza e le competenze necessarie per soddisfare le proprie esigenze.

Quindi, se da un lato si ha la possibilità di ottenere quantità di nominativi potenzialmente infinite, si rischia di dedicare giorni interi, se non settimane, a contattare tutte le figure individuate nella speranza di individuarne una che possa essere adatta ai nostri bisogni, senza tuttavia averne la certezza assoluta.

Rivolgersi ad agenzie improvvisate

Rivolgendosi ad agenzie e/o cooperative non specializzate nella selezione di badanti o comunque improvvisate e magari sprovviste dell’autorizzazione ministeriale, si rischia invece di affidarsi a persone che non sono in grado di comprendere le nostre reali esigenze a livello familiare, nonché quali siano le necessità specifiche della persona che riceverà l’assistenza della badante.

Ci si potrebbe inoltre imbattere in figure incapaci di selezionare badanti competenti proprio perché non consapevoli di quanto previsto dal CCNL (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro) sul lavoro domestico che definisce i diritti e i doveri dei collaboratori familiari.

Rivolgersi a realtà affidabili e specializzate

La soluzione più sicura, vale a dire quella in grado di garantirti che i tuoi cari siano assistiti da una figura esperta e competente, in grado di comprenderne a fondo le necessità e di soddisfarle ogni giorno, consiste nel ricorrere a un’agenzia che, come Sant’Anna 1984, ha fatto dell’assistenza domiciliare la sua missione.

Se sceglierai di ricorrere ai nostri servizi avrai infatti la certezza che i tuoi familiari anziani siano assistiti nel modo migliore sia da un punto di vista umano che professionale, in quanto i nostri addetti vantano anni di esperienza nella selezione delle badanti più competenti.

Non dovrai quindi farti carico dell’estenuante ricerca di una badante che faccia al caso tuo, e non dovrai nemmeno occuparti della gestione degli aspetti burocratici legati alla sua assunzione: saremo noi a farci carico della sottoscrizione del contratto di collaborazione, della verifica dei documenti e delle esperienze pregresse, delle sostituzioni in caso di ferie e/o malattie e di tutte le attività di formazione eventualmente necessarie ai fini dell’inserimento della badante in casa tua.

Scegliendo Sant’Anna 1984 avrai la certezza che i tuoi cari siano al sicuro, accuditi da mani esperte che se ne prenderanno cura proprio come faresti tu.

I 5 consigli di Sant’Anna per scegliere la badante giusta

5 consigli per scegliere la badante giusta

Il progressivo aumento del numero di persone anziane presenti in Italia (al momento circa 16 milioni) fa sì che con il passare del tempo anche la richiesta in fatto di assistenza domiciliare tenda ad aumentare. 

Sant’Anna 1984, cooperativa sociale leader nell’assistenza domiciliare, mette ogni giorno la propria esperienza e la professionalità dei suoi operatori al servizio di tante famiglie. Attualmente assiste circa 150 famiglie soltanto a Roma, ma ha in programma di assumere circa 100 operatori domiciliari a Milano entro i prossimi 12 mesi. Si tratta di numeri importanti che comportano notevoli sforzi in fase di selezione del personale addetto all’assistenza. 

Si pensi infatti che a fronte dell’assunzione di soli 20 operatori, Sant’Anna 1984 sottopone a colloquio circa 2.000 candidati. L’obiettivo principale è quello di garantire il benessere degli anziani e la serenità delle loro famiglie. Dal momento che questa passa anche dalla selezione della persona giusta da mettere al fianco dei propri cari, in questo articolo Sant’Anna ti propone 5 consigli che ti aiuteranno a selezionare la badante più adatta alle tue esigenze e a quelle dei tuoi familiari.

1. No al passaparola

Il passaparola è il primo canale a cui si ricorre quando si cerca una badante che possa assistere i propri cari. Tuttavia, spesso non si tiene conto di un aspetto fondamentale: le esigenze di ogni famiglia e, in particolare, di ogni assistito sono molto diverse tra loro.

Altro aspetto da prendere in considerazione è che nella maggior parte dei casi i nominativi ottenuti grazie al passaparola non fanno riferimento a figure esperte e competenti, ma a persone “improvvisate” che si sono trovate a dedicarsi all’assistenza domiciliare quasi per caso. Bisogna chiedersi se si ha intenzione di lasciare i propri cari nelle mani di persone che vantano le competenze necessarie o se invece si preferisce affidarle a chi ha intrapreso con consapevolezza il percorso professionale dell’assistenza agli anziani.

2. Documenti in regola

Altro requisito essenziale è che la badante che si intende assumere disponga di documenti in regola, soprattutto nel caso in cui si tratti di una cittadina extracomunitaria, che oltre al documento d’identità deve disporre del permesso di soggiorno. Ai sensi dell’articolo 22, comma 12 del decreto legislativo 286/98, chi assume cittadini extracomunitari senza permesso di soggiorno rischia infatti sanzioni fino a 5.000 euro, nonché dai 6 mesi ai 3 anni di reclusione.

Per quanto riguarda le badanti straniere, è inoltre opportuno verificare il loro livello di comprensione della lingua e le loro abilità di conversazione, in quanto si troveranno ad assistere persone anziane che potrebbero avere problemi a capire e farsi capire.

3. Competenze professionali

Esperienza maturata, competenze professionali e disponibilità a intraprendere un percorso di crescita sono i successivi aspetti di cui tenere conto. Possono essere valutati sulla base delle esperienze riportate all’interno del curriculum vitae, sebbene durante il colloquio conoscitivo sia opportuno approfondire quali competenze siano state maturate, ed eventualmente procedere in seguito alla verifica delle referenze per una maggiore sicurezza.

Al di là delle esperienze pratiche, saranno anche i corsi di formazione frequentati e gli attestati ricevuti a fare la differenza tra un professionista e una figura meno qualificata.

4. Competenze pratiche

Il passaggio successivo consiste nel verificare le competenze della badante che si intende assumere. Lo si può fare durante un periodo di prova, nel corso del quale dovrà svolgere le mansioni di base in termini di assistenza, gestione delle faccende domestiche, come ad esempio cucinare e fare il bucato, utilizzare tutti gli elettrodomestici, nonché dare prova di avere solide basi in materia di cura e igiene personale dell’assistito. Si tratta di competenze che spesso vengono date per scontate, ma che all’atto pratico possono fare la differenza tra un candidato e l’altro.

5. Doti personali

Siamo onesti: quando si assume una badante si sceglie a tutti gli effetti una persona che entrerà nelle nostre case, diventerà parte integrante delle nostre famiglie e si prenderà cura delle persone a noi più care.

Oltre alle competenze pratiche sarà dunque indispensabile stabilire se la persona prescelta sia gentile, paziente, empatica e in grado di sostenere la fatica fisica e mentale che spesso si associa all’assistenza delle persone anziane. In questo modo si può essere certi di avere di fronte non solo una brava professionista, ma anche una persona in grado di affiancare i nostri cari più fragili.

Se non vuoi sostenere in autonomia il processo di ricerca del professionista o della professionista dell’assistenza domiciliare più adatti alle tue esigenze, rivolgendoti a Sant’Anna 1984 potrai contare sull’esperienza decennale di chi ogni giorno porta avanti con passione la missione di offrire il massimo delle competenze e dell’esperienza a chi ha bisogno di essere affiancato ogni giorno per continuare a vivere nel migliore dei modi anche in età più avanzata.

Qual è il ruolo della badante in caso di ricovero?

Ruolo della badante in caso di ricovero

Prima di capire se e come varia il ruolo delle badanti in caso di ricovero degli assistiti in ospedale o in altre strutture, è importante ricordare che l’assistenza domiciliare è una risorsa fondamentale nei casi in cui all’interno di un nucleo familiare vi siano soggetti anziani o comunque non più autosufficienti.

Nello specifico, le badanti sono tenute a farsi carico di attività quali assistenza, preparazione dei pasti, pulizia della casa e cura personale dell’assistito. In questo modo i familiari possono dedicarsi alle proprie attività lavorative o personali potendo contare sul fatto che i propri cari sono assistiti da una figura esperta e competente che ne comprenda appieno le esigenze.

I diritti e i doveri dei collaboratori familiari sono disciplinati dal CCNL (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro) sul lavoro domestico (la versione attuale resterà in vigore fino al 31 dicembre 2022). Questo contratto regolamenta, tra le altre cose, questioni legate alla retribuzione, all’orario di lavoro, alle ferie, alla risoluzione del rapporto di lavoro e via dicendo.

Quali sono quindi i diritti e i doveri degli assistenti domiciliari in caso di ricovero dei relativi assistiti in ospedale o in altre strutture? Scopriamolo insieme.

Ricovero degli assistiti in ospedale: i 3 scenari legati all’assistenza domiciliare

Nel caso in cui l’assistito si trovi a essere ricoverato in una struttura ospedaliera o di altra natura, sono previsti tre scenari che si basano sulla durata della degenza e delle esigenze dell’assistito stesso.

1. Degenza di breve durata

In caso di degenza di breve durata non vige l’obbligo di assistenza in ospedale o presso la struttura di ricovero da parte della badante. Ai sensi dell’articolo 19 del CCNL, questa dovrà in ogni caso continuare a percepire la propria retribuzione, nonché gli eventuali vitto e alloggio, secondo quanto previsto dal contratto che disciplina il rapporto di lavoro: 

Durante le sospensioni del lavoro extraferiali, per esigenze del datore di lavoro, sarà corrisposta al lavoratore la retribuzione globale di fatto, ivi compreso, nel caso di lavoratore che usufruisca del vitto e dell’alloggio, il compenso sostitutivo convenzionale, sempreché lo stesso non usufruisca durante tale periodo di dette corresponsioni”.

2. Degenza di lunga durata con necessità di assistenza

Nel caso in cui la degenza dell’assistito si protragga per un lungo periodo, è previsto che l’attività di assistenza possa essere trasferita presso la struttura di ricovero. A seconda del fatto che la badante sia convivente o non convivente, si applicano tuttavia condizioni diverse.

Se l’assistente domiciliare è convivente, ai sensi del relativo contratto di lavoro, l’articolo 32 del CCNL prevede che lo stesso sia tenuto ad accettare il trasferimento presso la località in cui si trova la struttura di ricovero:

Il lavoratore convivente […] è tenuto, ove richiesto dal datore di lavoro, a recarsi in trasferta, ovvero a seguire il datore di lavoro o la persona alla cui cura egli è addetto, in soggiorni temporanei in altro comune e/o in residenze secondarie. In tali località il lavoratore fruirà dei riposi settimanali”.

Il datore di lavoro dovrà provvedere a rimborsargli le eventuali spese di trasporto oppure, nel caso in cui la lettera di assunzione non preveda la trasferta, una diaria pari al 20% della retribuzione giornaliera minima applicabile. Recita ancora l’articolo 32:

Nei casi di trasferta indicati al comma 1, saranno rimborsate al lavoratore le eventuali spese di viaggio che egli abbia direttamente sostenuto in tali occasioni. Sarà inoltre corrisposta al lavoratore una diaria giornaliera, pari al 20% della retribuzione minima tabellare giornaliera, di cui alla tabella A, per tutti i giorni nei quali egli sia stato in trasferta ovvero si sia recato in soggiorni temporanei, come indicato al comma 1, salvo il caso in cui il relativo obbligo fosse stato contrattualmente previsto nella lettera di assunzione”.

Nel caso in cui l’attività di assistenza venga a tutti gli effetti trasferita presso un ospedale o altra struttura di ricovero, è necessario comunicare all’INPS la variazione del luogo ed eventualmente anche dell’orario di lavoro entro 5 giorni dalla decorrenza della variazione stessa.

Se invece l’assistente domiciliare non è convivente, non vige l’obbligo di trasferta presso la località di degenza dell’assistito. Nel caso in cui l’assistenza dovesse risultare necessaria, si dovrà quindi procedere alla risoluzione del contratto in vigore e procedere a una nuova assunzione prevedendo clausole specifiche in materia di trasferte.

3. Degenza di lunga durata senza necessità di assistenza

Infine, in caso di degenza di lunga durata dell’assistito presso una struttura ospedaliera o di altra natura senza che vi sia la necessità di assistenza da parte della badante, è possibile procedere alla risoluzione del contratto di lavoro in conformità ai termini di preavviso previsti dallo stesso.

Il ruolo di Sant’Anna 1984 in caso di ricovero

Affidarsi a Sant’Anna 1984 significa avere la certezza di avere le spalle coperte in ogni circostanza, anche in caso di eventi imprevisti come i ricoveri di breve o lunga durata. A seguito della segnalazione del ricovero saremo infatti noi a verificare le clausole previste dal contratto sottoscritto con la badante e gestire le questioni organizzative in base alle tue esigenze e quelle dei tuoi cari.

Grazie a Sant’Anna 1984 i tuoi cari saranno sempre al sicuro e tu potrai contare su un partner affidabile che non lascerà nulla al caso.

Qual è la dieta più adatta agli anziani durante l’estate?

Dieta più adatta agli anziani durante l'estate

Quello che ogni anno giornali e telegiornali ci ripetono a gran voce durante la bella stagione è vero: le temperature elevate che si registrano in estate possono comportare gravi conseguenze per la salute delle persone più anziane e dunque più fragili.

I loro organismi non si adattano facilmente all’aumento delle temperature e queste difficoltà possono portare a un peggioramento delle patologie preesistenti o far insorgere nuovi malesseri. Inoltre, come abbiamo già spiegato in un altro articolo, con l’aumentare dell’età il meccanismo della sudorazione si fa meno efficiente e l’organismo perde progressivamente la sua capacità di regolare la temperatura corporea.

Alcuni dei consigli più validi per affrontare al meglio il caldo consistono nel:

  • non uscire nelle ore più calde;
  • non lasciare mai gli anziani da soli;
  • indossare abiti leggeri e traspiranti.

Ma la buona notizia è che il caldo si può combattere anche a tavola, grazie a dei piccoli accorgimenti in fatto di alimentazione, tanto semplici quanto preziosi, per aiutare gli anziani che abbiamo al nostro fianco ad affrontare al meglio l’aumento delle temperature.

Il caldo si combatte anche a tavola

Sappiamo bene che l’alimentazione è un’ottima alleata per mantenersi in salute e combattere o ritardare gli effetti di alcune malattie, ma forse a volte dimentichiamo quanto possa essere utile anche nel contrastare le sensazioni di malessere legate al caldo. Quelle riportate di seguito sono tuttavia raccomandazioni di natura generale che non tengono conto di eventuali patologie. Ti suggeriamo quindi di rivolgerti al tuo medico curante per capire se anche tu o i tuoi cari potete seguirle senza correre rischi.

La prima regola d’oro consiste nel mantenere in ogni momento una corretta idratazione. È importante bere circa 8 bicchieri di acqua al giorno, per un totale che si aggira attorno ai due litri. L’acqua può eventualmente essere integrata con tisane e succhi di frutta, ma in questo caso bisogna prestare particolare attenzione al fatto che questi non contengano quantità eccessive di zuccheri. Non è invece consigliabile assumere bevande gassate o che contengano alcool o caffeina.

Per quanto riguarda invece i cibi, è opportuno prediligere quelli ad alto contenuto di fibre, sostanze in grado di regolarizzare il metabolismo e le funzioni intestinali, ma anche di contrastare il colesterolo e il diabete e favorire l’assorbimento di vitamine e minerali.

Le fibre sono presenti in grandi quantità in:

  • frutta (da assumere preferibilmente con la buccia);
  • verdura fresca;
  • legumi (ceci, fagioli, piselli, lenticchie, ecc.);
  • cereali (grano, mais, riso, frumento, ecc.).

Altre sostanze che devono essere presenti in una dieta varia adatta ai soggetti anziani sono poi calcio e ferro. Il primo è presente in alimenti come formaggi e yogurt, sebbene sia preferibile scegliere prodotti che contengano basse quantità di grassi, evitando quindi i formaggi più stagionati.

Il ferro è presente nella carne, nel pesce e in molte verdure dalle foglie color verde scuro come ad esempio gli spinaci. La carne va consumata all’incirca due volta alla settimana, prediligendo quella bianca rispetto a quella rossa. Il pesce è preferibile alla carne in quanto contiene nutrienti preziosi come ad esempio gli omega 3, acidi grassi polinsaturi utili contro le malattie cardiovascolari, proteine nobili altamente digeribili, fosforo (un prezioso aiuto per la nostra memoria) e iodio.

Un ulteriore suggerimento consiste nell’evitare quanto più possibile salumi e insaccati, in quanto questi alimenti apportano quantità elevate di calorie e grassi saturi, oltre a presentare evidenti difficoltà in termini di digestione. 

Per quanto riguarda il numero dei pasti, l’ideale consiste nei tre pasti principali (colazione, pranzo e cena), a cui vanno aggiunti due spuntini, uno a metà mattina e uno a metà pomeriggio. In questo modo è possibile assumere una giusta quantità di cibo senza correre il rischio di sentirsi eccessivamente affamati tra un pasto e l’altro.

Le preparazioni non devono essere complesse così da risultare digeribili: nello specifico è consigliabile evitare cotture lunghe e prediligere il consumo di verdure crude, così da conservarne i nutrienti.

Il punto di vista di Sant’Anna 1984

L’obiettivo principale delle attività di Sant’Anna 1984 consiste nel benessere degli assistiti e nella completa soddisfazione dei loro familiari. Salute, benessere psicologico, movimento e, appunto, alimentazione, rappresentano quattro degli aspetti principali di cui tenere conto per garantire le migliori condizioni possibili degli anziani che beneficiano dei servizi di assistenza domiciliare.

Affidati all’esperienza e alla professionalità di Sant’Anna 1984 per assicurarti che i tuoi cari ricevano tutte le attenzioni di cui hanno bisogno.

Cosa succede quando la badante va in ferie?

Cosa succede quando la badante va in ferie

La bella stagione è arrivata e molte delle famiglie, che per fare fronte alle necessità dei propri cari si affidano all’assistenza di una badante, sono costrette a fare i conti con le tanto temute ferie estive, che in alcuni casi possono comportare notevoli difficoltà in termini di organizzazione familiare.

Il Contratto Collettivo Nazionale relativo a colf e badanti prevede che queste abbiano diritto a un totale di 26 giorni di ferie annuali (fatte salve le domeniche e le festività infrasettimanali) da concordare con il datore di lavoro. Le ferie non possono essere godute né durante il periodo di preavviso in caso di dimissioni né in caso di infortunio, malattia o maternità. Inoltre, nel caso in cui la badante non abbia maturato un anno di servizio, le ferie sono calcolate in dodicesimi rispetto ai mesi effettivi nei corso dei quali è stato prestato servizio.

Nel caso in cui la famiglia interessata abbia assunto in modo autonomo la badante, nel periodo che precede le ferie sarà costretta a farsi carico delle attività di ricerca di una nuova badante, degli adempimenti burocratici per la sua assunzione a tempo determinato e dell’oneroso compito di spiegare nuovamente le necessità della persona che in seguito riceverà la sua assistenza.

Com’è ovvio questa procedura richiede tempo e impegno, e porta con sé tutte le incertezze legate all’inserimento di una nuova figura all’interno del proprio nucleo familiare. La buona notizia è che grazie a Sant’Anna 1984 è possibile ovviare a questa scomoda situazione in modo più semplice.

Sant’Anna 1984: sempre al tuo fianco nel momento del bisogno

Sant’Anna 1984 è una cooperativa che fornisce soluzioni di assistenza domiciliare su misura rivolte a persone anziane, autosufficienti o meno, e alle loro famiglie. Il personale addetto all’assistenza viene selezionato con attenzione e viene formato in modo costante, così da garantire a ogni famiglia il massimo della professionalità, dell’esperienza, dell’affidabilità e dell’empatia, tutti aspetti fondamentali per fare fronte alle fragilità degli assistiti.

La qualificazione del personale non è il solo vantaggio offerto dal ricorso ai servizi di Sant’Anna 1984. Vanno infatti considerati altri punti essenziali come ad esempio:

  • flessibilità: è possibile rinnovare la collaborazione con la nostra cooperativa su base mensile o acquistando dei pratici pacchetti che possono comunque essere modificati in ogni momento a seconda dell’evoluzione delle proprie esigenze;
  • semplificazione burocratica: pensiamo a tutto noi, dall’assunzione agli aspetti fiscali, passando per l’assistenza legale e la gestione del rapporto di lavoro con la badante. La tua famiglia non dovrà preoccuparsi di nulla;

supervisione costante: il lavoro delle badanti che proponiamo alle famiglie viene monitorato in modo costante da un supervisore e le attività giornaliere vengono comunicate attraverso un resoconto di fine giornata e le pratiche conversazioni su WhatsApp per restare sempre aggiornati.

Le garanzie offerte da Sant’Anna 1984 in caso di ferie della badante

Grazie alle numerose risorse disponibili e a un’attenta gestione delle ferie e della turnazione del personale, Sant’Anna 1984 è in grado di garantire che le famiglie assistite non restino mai senza operatore dedicato.

Alcune delle nostre badanti si rendono disponibili anche per brevi periodi, mettendoci così nelle condizioni di fare fronte a tutte le richieste che riguardano necessità temporanee. Questa disponibilità risulta un supporto fondamentale per tutte quelle famiglie che non possono rinunciare all’assistenza familiare, sia per esigenze personali o lavorative, che per la necessità di avere al proprio fianco collaboratrici esperte e affidabili in grado di gestire anche le situazioni più complicate, ad esempio nel caso in cui l’anziano in questione sia allettato o comunque non più autosufficiente.

Altro aspetto degno di nota consiste nel fatto che Sant’Anna 1984 conosce già la tua famiglia e le tue esigenze, dal momento che la collaborazione è già in essere, e può quindi mettersi alla ricerca di una sostituta fin dalla prima segnalazione di questa necessità.

Affidarsi all’esperienza e alla professionalità di Sant’Anna 1984 significa quindi liberarsi da un’enorme responsabilità, non solo in termini di ordinaria amministrazione della propria vita familiare e di gestione degli anziani che ne fanno parte, ma anche in circostanze straordinarie come ad esempio le ferie estive della propria assistente domiciliare. 

È per questa ragione che ti consigliamo di affidarti a una struttura in grado di offrirti un servizio di assistenza qualificato e specializzato: grazie a Sant’Anna 1984 non dovrai preoccuparti di nulla, ma anzi avrai la certezza di mettere i tuoi cari nelle mani di chi ha come primo obiettivo quello di farli stare bene e al sicuro in ogni momento.

Sant’Anna 1984: l’assistenza domiciliare approda a Milano

Sant'Anna 1984 assistenza domiciliare milano

Per anni Sant’Anna 1984, Cooperativa Sociale romana leader nell’assistenza domiciliare, ha messo la propria esperienza e la professionalità dei suoi operatori al servizio di tante famiglie. Dal 1° marzo 2022, grazie all’apertura della nuova sede operativa e amministrativa di Cernusco sul Naviglio, amplierà la propria offerta allo scopo di fornire il proprio sostegno a tante altre persone.

Questa decisione nasce dalla volontà di colmare un vuoto che negli anni diventerà sempre più significativo: in Italia ci sono circa 16 milioni di anziani che, con il passare del tempo, vanno incontro a un rischio sempre più alto di perdere la propria autosufficienza. L’assistenza domiciliare si rende infatti necessaria per il 40% delle persone che hanno superato gli 80 anni, mentre la percentuale sale al 50% per chi ha superato i 90 anni. 

Dal momento che la domanda supera di gran lunga l’offerta (4 milioni di ottuagenari contro circa 3 milioni di assistenti domiciliari a livello nazionale), Sant’Anna 1984 ha in programma di assumere a Milano circa 100 operatori domiciliari nel corso dei primi 12 mesi, oltre a una decina di infermieri che si occuperanno dei servizi sanitari a domicilio.

Se si pensa che soltanto a Roma Sant’Anna 1984 assiste circa 150 famiglie, che corrispondono a circa 8 case di riposo o 4 RSA, è facile comprendere l’ambiziosità del progetto della cooperativa in termini di soddisfacimento delle esigenze delle famiglie che si trovano nelle condizioni di dover ricorrere a servizi di assistenza domiciliare. Trattandosi di circostanze che impongono la massima attenzione e il massimo rispetto, tuttavia, gli operatori sanitari non possono essere scelti in base a criteri vaghi o approssimativi: è necessario individuare persone serie e dedite al proprio lavoro.

La professionalità dei membri del personale selezionati dalla cooperativa sociale è confermata dai numeri: Sant’Anna 1984 sottopone infatti a colloquio in media 2.000 operatori per assumerne all’incirca 20, sollevando così le famiglie interessate da un gravoso compito di ricerca che non sarebbero in grado di portare a termine in modo autonomo. Le figure selezionate vengono successivamente formate all’interno della cooperativa, in modo tale da assicurare che siano in grado di gestire con la massima professionalità e umanità le situazioni che potrebbero venire a crearsi all’interno degli ambienti familiari in cui saranno inserite.

L’obiettivo principale di Sant’Anna 1984 consiste infatti nel garantire il benessere degli anziani e la serenità delle loro famiglie, anche attraverso servizi esclusivi che rendono questa cooperativa unica nel suo genere. Non solo ispezioni mensili da parte dei responsabili tecnici quindi, ma anche resoconti giornalieri trasmessi alle famiglie tramite WhatsApp in relazione allo stato di salute dei propri cari e alle attività svolte con gli operatori. Altri due servizi aggiunti di recente, vale a dire le telecamere collegate a una sala di sorveglianza controllata dai tutori della cooperativa e i braccialetti SOS che inviano segnali di emergenza agli operatori in caso di malore degli assistiti che si trovano in casa da soli, completano l’offerta proposta da Sant’Anna 1984 a garanzia del benessere di tutti gli anziani di cui si prende cura.

Tuttavia i servizi di Sant’Anna 1984 non sono riservati esclusivamente agli assistiti, ma anche ai propri operatori, perché la cooperativa è fermamente convinta del fatto che la loro serenità sia legata a filo doppio a quella degli anziani di cui si prendono cura. Dopo Roma infatti, anche a Milano sarà avviato il progetto “I Paradisi di Sant’Anna”.

Si tratta di un’iniziativa rivolta agli operatori assistenziali che hanno l’esigenza di trovare una sistemazione adeguata nei pressi delle abitazioni degli anziani assistiti in base alle proprie disponibilità economiche. Grazie al coinvolgimento di operatori immobiliari specializzati, Sant’Anna 1984 ha individuato e allestito una serie di appartamenti destinati ai propri collaboratori, in modo tale da permettergli di svolgere il proprio lavoro con maggiore serenità.

In questo modo Sant’Anna 1984 porterà avanti il suo ambizioso progetto anche a Milano, offrendo alle famiglie assistite un servizio personalizzato che terrà conto delle loro esigenze specifiche. Il dialogo e la comunicazione costanti con i supervisori assicureranno a loro volta che si venga a creare un ambiente caratterizzato dalla massima professionalità, certo, ma anche da una notevole sensibilità e disponibilità all’ascolto delle necessità più particolari, in base alle condizioni degli assistiti.

Pet Therapy: quali benefici ha per gli anziani?

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Durante la terza età possono insorgere diverse problematiche sia fisiche che emotive, che non possono essere affrontate esclusivamente con delle terapie farmacologiche. Queste ultime possono essere infatti associate a delle terapie alternative, che le integrano e le completano in modo tale da migliorare la salute psicofisica dei soggetti più fragili.
Abbiamo già visto in cosa consistono l’arteterapia e la Doll Therapy e quali sono i benefici apportati da queste terapie. Oggi scopriremo insieme in cosa consiste la Pet Therapy, ovvero l’insieme delle attività terapeutiche, riabilitative, educative e ludico-ricreative che prevedono l’impiego di animali domestici in grado di instaurare relazioni sociali con l’uomo (solitamente gatti, cani, cavalli, asini e conigli).

Come funziona la Pet Therapy

I benefici della Pet Therapy sono stati inizialmente riscontrati dal neuropsichiatra infantile Boris Levinson su un bambino autistico, tuttavia, con il passare del tempo, è risultato sempre più evidente che potessero esservi notevoli giovamenti anche per i soggetti anziani non necessariamente interessati da patologie specifiche, ma in ogni caso costretti a fare i conti con la solitudine.

Il fatto di prendersi cura di un animale, anche per brevi periodi, è infatti in grado di contrastare ansia, depressione e senso di abbandono, sviluppando invece nei soggetti a cui è rivolta la terapia un senso di responsabilità che genera sensazioni positive.

Secondo le linee guida del Ministero della Salute, che nel 2003 ha riconosciuto la Pet Therapy come cura ufficiale, esistono tre diverse tipologie di attività che possono essere svolte con l’ausilio degli animali domestici:

  • Terapia assistita con gli animali (TAA):  si tratta di interventi terapeutici che hanno l’obiettivo di trattare disturbi di natura fisica, neuro e psicomotoria, cognitiva, emotiva e relazionale destinati a soggetti affetti da patologie di varia natura. Gli interventi si basano sulle effettive esigenze dei pazienti e sono soggetti a prescrizione medica;
  • Educazione assistita con gli animali (EAA): si tratta di interventi di tipo educativo volti a sviluppare le potenzialità e le capacità dei soggetti a cui sono rivolti, anche a fini relazionali o di inserimento sociale. Questa tipologia di interventi intende migliorare la qualità della vita e rafforzare l’autostima delle persone coinvolte, ad esempio in caso di ospedalizzazione, problemi relazionali, difficoltà affettive, disabilità e via dicendo.
  • Attività assistita con gli animali (AAA): gli interventi di questo tipo hanno scopo ludico-ricreativo e sono finalizzati alla corretta interazione tra uomo e animale, nonché al miglioramento della qualità della vita. Attraverso l’interazione con l’animale si cerca infatti di fornire stimoli sensoriali ed emotivi allo scopo di sviluppare competenze, migliorare le doti comunicative o stimolare l’interazione con altri esseri viventi.

Dati i numerosi campi di applicazione della Pet Therapy, va da sé che le sedute possano svolgersi in ambienti molto diversi tra loro, come ad esempio ospedali, abitazioni private, scuole, case di riposo e via dicendo. Durante gli incontri l’interazione tra uomo e animale avviene in modo graduale, in modo tale che entrambi non subiscano traumi di alcun tipo.

Successivamente i pazienti vengono invitati a svolgere delle attività guidate che possono consistere in esercizi di mobilità, come ad esempio delle passeggiate, o in compiti più semplici che prevedono l’interazione fisica con l’animale, che può essere accarezzato, spazzolato e via dicendo, favorendo anche lo sviluppo di un’interazione emotiva che può produrre effetti sorprendenti a livello neurologico.

Nello specifico, le attività di natura fisica possono limitare il peggioramento delle capacità motorie, mentre invece le interazioni che riguardano la sfera emotiva possono comportare un miglioramento generalizzato dello stato di benessere dell’anziano. Questi risultati sono stati riscontrati anche nei casi di demenza senile, in quanto l’interazione con un animale fa sì che non si debba ricorrere a competenze linguistiche particolari o perfino alla memoria, elementi che con il passare degli anni possono subire un grave deterioramento. 

Quali effetti positivi può avere la Pet Therapy sugli anziani?

Oltre ai benefici che abbiamo appena visto, le sedute di Pet Therapy possono produrre numerosissimi effetti positivi sui soggetti anziani. Scopriamone insieme alcuni:

  • riduzione del senso di solitudine e abbandono;
  • sviluppo del senso di responsabilità;
  • sviluppo delle capacità motorie;
  • riduzione dell’ipertensione e di altre patologie di natura cardiovascolare;
  • miglioramento della memoria;
  • miglioramento della concentrazione;
  • sviluppo delle competenze non verbali;
  • benessere psicofisico dovuto al contatto con l’animale;
  • contenimento degli stati di ansia;
  • gratificazione dovuta alla “risposta” da parte dell’animale;
  • miglioramento delle problematiche relazionali;
  • miglioramento generalizzato dell’umore;
  • aumento dell’empatia.

Tutti questi benefici sono stati riscontrati non solo nei casi più gravi, come ad esempio in presenza di demenza senile o Alzheimer, ma anche in circostanze più comuni dovute alla solitudine o alle prime problematiche legate all’invecchiamento. 

Non importa quindi quali siano le condizioni di partenza della persona a cui è rivolta la seduta di Pet Therapy o quale animale sia impiegato per la terapia: ciò che conta è che la sua interazione con il paziente sia in grado di migliorarne notevolmente le condizioni psicofisiche e favorirne il benessere generale.

Sant’Anna 1984, che da anni aiuta le famiglie a prendersi cura dei propri cari grazie ai suoi servizi di assistenza domiciliare, sa bene quanto questi aspetti siano importanti per migliorare la vita degli anziani e delle loro famiglie.

Assistenza domiciliare: come trovare il piano più idoneo?

Quando si trovano a doversi occupare di un familiare anziano (autosufficiente o meno) le famiglie devono compiere scelte difficili, in quanto in alcuni casi hanno la responsabilità di scegliere una o più persone che si prendano cura di ciò che di più prezioso hanno al mondo: i propri cari.

La missione di Sant’Anna 1984 consiste nell’aiutare queste famiglie, mettendo al loro servizio la propria esperienza in fatto di assistenza socio-sanitaria. La cooperativa non si limita quindi alla sola tutela del benessere fisico dei propri assistiti, ma si spinge oltre, trasformando la capacità di ascolto e l’empatia dei propri operatori in vere e proprie risorse che favoriscano anche il benessere psicologico degli anziani assistiti.

Per raggiungere questo obiettivo ambizioso è necessario che gli anziani siano assistiti da figure specializzate selezionate in base a criteri rigorosi, volti a garantire la massima serenità delle famiglie in cui queste vengono inserite. L’operatore giusto deve tuttavia fornire la forma di assistenza più adatta alle esigenze dell’anziano che si trova ad assistere e della sua famiglia, ed è per questa ragione che Sant’Anna ha deciso di attingere alle proprie competenze e alle informazioni acquisite negli anni trascorsi al fianco di tante famiglie per elaborare un processo di valutazione che possa aiutarla a definire il piano assistenziale più adatto, a seconda dell’età dell’assistito o del suo livello di autosufficienza.

Un piano assistenziale per ogni esigenza

Il processo di valutazione messo in atto da Sant’Anna 1984 al fine di stabilire quale sia la forma di assistenza più adatta ha inizio con un primo colloquio conoscitivo durante il quale un supervisore ascolta con la massima attenzione le esigenze della famiglia e dell’assistito in questione.

Il secondo incontro consiste invece in un sopralluogo dell’abitazione del futuro assistito, che permetta di capire in quale contesto sarà inserito l’operatore più adatto. A seguito di questi incontri, il supervisore è in grado di formulare un’offerta personalizzata che non lascia nulla al caso.

Nello specifico, le esigenze degli assistiti vengono valutate sulla base di una scala che prevede 5 diversi stadi. Si va dal primo stadio, quello in cui l’assistito è una persona anziana sana ma sola, fino ad arrivare al quinto stadio, nel quale la persona assistita non è più in grado di svolgere alcuna attività in modo autonomo.

Vediamo insieme quali sono i criteri di valutazione relativi a ciascuno stadio e quali sono le conseguenti esigenze in termini di assistenza.

Primo stadio

Si tratta dello stadio iniziale che include la maggior parte della popolazione anziana che necessità di assistenza. Nello specifico l’assistito è perlopiù autonomo: non ha problemi a interagire con le persone che lo circondano, non ha bisogno di aiuti per muoversi ed è in grado di occuparsi personalmente della propria igiene.

L’assistenza ideale in questi casi è quella diurna: l’operatore è presente per un massimo di 4 ore al giorno, eventualmente 7 giorni su 7 con alternanza del personale. Le sue mansioni includono l’assistenza di base all’anziano e il sostegno necessario per garantirne l’autosufficienza sul lungo termine: in questo modo l’anziano è libero di continuare a vivere nei propri spazi senza che questi vengano “invasi” in modo eccessivo. 

Sant’Anna 1984 ritiene che questo sia lo stadio più importante, sebbene sia allo stesso tempo il più trascurato dalle famiglie: è infatti fondamentale ritardare il più possibile il peggioramento delle condizioni di vita dell’assistito e il conseguente passaggio agli stati successivi. Trascurare queste esigenze comporta un rapido deterioramento delle condizioni psicofisiche e la necessità di interventi più incisivi.

La presenza di un operatore anche solo per poche ore al giorno è infatti in grado di evitare che l’assistito si senta solo o abbandonato, sia nel caso in cui viva per conto proprio che nel caso in cui i familiari siano spesso fuori casa per esigenze personali o lavorative. Altro aspetto fondamentale è che la presenza di una figura specializzata riduce di molto il rischio che si verifichino eventuali incidenti domestici più o meno gravi.

Secondo stadio

Gli anziani che rientrano nel secondo stadio hanno già mostrato segni di peggioramento delle condizioni psicofisiche, sono stati vittime di incidenti domestici o non possono essere lasciati soli per altre ragioni.

Nello specifico, gli anziani che rientrano in questo stadio si muovono in autonomia seppur con qualche difficoltà, non comprendono con chiarezza ciò che gli accade attorno e si sentono assaliti da un certo senso di angoscia.
In queste circostanze è necessario prolungare gli orari dell’assistenza: gli operatori non dormono infatti presso l’abitazione dell’assistito, ma vi trascorrono in ogni caso l’intera giornata. Sono in possesso delle chiavi dell’abitazione, si occupano della preparazione dei pasti principali e si fanno inoltre carico di altre mansioni come ad esempio accompagnare in bagno l’assistito. Questo va in ogni caso monitorato con costanza al fine di stabilire se e quando sia necessario incrementare l’assistenza ed estenderla anche alle ore notturne.

Terzo stadio

Questo stadio è il primo tra quelli considerati critici in quanto l’assistito non è solitamente in grado di andare in bagno da solo, spostarsi e nutrirsi in autonomia o curare la propria igiene in modo autonomo. L’operatore deve pertanto convivere con l’anziano.

Quarto e quinto stadio

Il quarto e il quinto stadio sono quelli in cui le condizioni dell’assistito hanno subito un deterioramento tale da non consentirgli più di espletare in modo autonomo nessuna attività. Nel quarto stadio, ad esempio, l’anziano è cosciente ed è in grado di comunicare con chi gli sta intorno ma non gli è possibile fare altro: è quindi l’operatore a farsi carico di quanto necessario per garantire il suo benessere. Il quinto stadio riguarda invece i casi più gravi, fino ad esempio gli anziani che sono tenuti in vita con l’ausilio di appositi macchinari.

L’esperienza di Sant’Anna 1984 e la sua attenzione alla rigorosa formazione degli operatori che si dedicano all’assistenza degli anziani appartenenti a ciascuno stadio fanno sì che le famiglie possano essere sollevate da attività complesse che richiedono l’intervento di figure specializzate.

Ogni esigenza viene affrontata nel migliore dei modi così da non lasciare nulla caso, e per la serenità delle famiglie è garantita la presenza di un supervisore dedicato addetto alla verifica dell’operato dei singoli assistenti domiciliari e delle condizioni degli assistiti.