Osteoporosi: come fare per combatterla?

Come combattere l'osteoporosi

L’osteoporosi è una malattia sistemica dell’apparato scheletrico caratterizzata da una bassa densità minerale e dal deterioramento della micro-architettura del tessuto osseo.

Soprattutto con l’avanzare dell’età e dell’invecchiamento, questa malattia porta ad un notevole aumento della fragilità delle ossa.

In queste situazioni di massima fragilità, il rischio di frattura aumenta in maniera notevole. In particolare, le ossa più a rischio sono: il femore, il polso, l’omero, le vertebre e la caviglia.

L’incidenza delle fratture cresce con l’aumentare dell’età e i soggetti più a rischio sono le donne.

Al passare dei 65 anni di età, il rischio di incorrere in una frattura (in particolare di femore, vertebra e polso) è pari circa al 40% della popolazione.

In Italia, il 23% delle donne over 40 e il 14% degli uomini con più di 60 anni è affetto da osteoporosi. Questi numeri sono in continua crescita, soprattutto in relazione all’aumento dell’aspettativa di vita.

Le stime riportano che l’osteoporosi in Italia colpisce circa 5 milioni di persone, di cui un buon 80% sono donne in post menopausa.

Le fratture legate alla fragilità per osteoporosi hanno conseguenze rilevanti, sia dal punto di vista di mortalità che di disabilità motoria, il che consegue elevati costi sanitari e sociali.

Salvaguardare la salute delle ossa e prevenire l’osteoporosi è possibile, ma come si fa?

Vediamolo insieme in questo articolo.

L’osteoporosi e i fattori di rischio

Possiamo suddividere i fattori di rischio in 4 categorie.

1- Fattori anagrafici, genetici, costituzionali:

  • età avanzata;
  • sesso femminile;
  • costituzione minuta;
  • familiarità per osteoporosi o fratture da fragilità ossea.

2- Alterazioni ormonali:

  • menopausa precoce;
  • periodi prolungati di amenorrea;
  • malattie infiammatorie croniche intestinali (celiachia, morbo di Crohn);
  • ipertiroidismo;
  • anoressia nervosa.

3- Fattori ambientali:

  • dieta povera di calcio;
  • dieta troppo ricca di fibre non digeribili;
  • carenza di vitamina D;
  • vita sedentaria;
  • eccesso di fumo, alcool, caffeina;
  • abuso di lassativi.

4- Uso di farmaci:

  • Corticosteroidi, anticoagulanti, antiepilettici.

Tutto quello di cui il corpo ha bisogno, in particolare le ossa, è una buona prevenzione, quindi il primo consiglio è quello di adottare sane abitudini alimentari e praticare con regolarità attività fisica.

La prevenzione dell’osteoporosi attraverso un’alimentazione equilibrata

Preferire un’alimentazione ricca di calcio, vitamine e proteine permette all’organismo di fortificare al meglio le ossa.

Il calcio è di sicuro l’elemento che deve essere introdotto tutti i giorni nella nostra dieta quotidiana: aiuta a costruire le ossa ed è il macronutriente più importante nella prevenzione e nel trattamento dell’osteoporosi.

Il modo più diretto per assumere calcio è attraverso l’alimentazione e quindi con cibi come latte, pesce, frutta secca, legumi e verdure verdi, ma non è sufficiente arricchire la propria dieta con alimenti ricchi di calcio, bisogna adottare alcuni accorgimenti per assimilarlo al meglio ed evitarne la sua dispersione.

Ecco alcuni da adottare quando si è a tavola per massimizzare l’apporto di calcio:

  • Bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno;
  • Consumare alimenti ricchi di calcio come le verdure a foglia, i legumi e i semi oleosi;
  • Mangiare pesci ricchi di calcio (alici, calamari, polpi ecc.);
  • Evitare l’assunzione di alimenti ricchi di calcio insieme ad alimenti ricchi di ossalati;
  • Ridurre l’uso di sale da cucina e di cibi ricchi di sodio;
  • Non eccedere con il consumo di proteine;
  • Limitare gli alcolici (diminuiscono l’assorbimento di calcio).

Infine, i due migliori alleati alla lotta contro l’osteoporosi sono il sole e la vitamina D.

La vitamina D aiuta il nostro corpo ad assorbire il calcio proveniente dai cibi ingeriti, oltre a svolgere un ruolo importante nei processi di rimodellamento osseo. Dunque, è fondamentale l’esposizione alla luce solare per almeno 10-20 minuti ogni giorno. In caso di carenza, è bene contattare il medico di base dell’anziano per la prescrizione di un apposito integratore alimentare.

Combattere l’osteoporosi: il punto di vista di Sant’Anna

Come abbiamo visto in questo articolo, il miglior alleato per combattere l’osteoporosi è la prevenzione, in particolar modo attraverso un’attenta e corretta alimentazione.

Tutto il team di Sant’Anna 1984 è costituito da operatori specializzati e in costante aggiornamento, che hanno come obiettivo primario il benessere del paziente.

È per questo che prestiamo una particolare attenzione alle esigenze dei nostri assistiti e promuoviamo le buone abitudini.
Così tutti i nostri assistiti sono al sicuro nella grande famiglia di Sant’Anna 1984.

Organizzazione della casa a prova di anziano: come farla al meglio?

Quando ci si prende cura di una persona anziana, occorre prestare molta attenzione anche alla sua abitazione.

Bisogna infatti organizzare con cura tutta la casa, così da rendere più semplici e agevoli tutte le azioni quotidiane, piccole o grandi che siano.

Uno degli errori più comuni in questi termini è quello di stravolgere da un giorno all’altro l’intera organizzazione degli spazi, ad esempio togliendo i mobili per consentire il passaggio di una sedia a rotelle.

I cambi improvvisi possono infatti destabilizzare in modo notevole l’anziano, per questo è sempre preferibile procedere con cautela, organizzando l’ambiente domestico per gradi.

La soluzione ideale è quella di riorganizzare la casa insieme all’anziano, così da renderlo partecipe e, inoltre, fargli comprendere le ragioni alla base di alcuni eventuali spostamenti.

Riorganizzazione della casa a misura di anziano: alcune regole fondamentali

Nel caso in cui, per qualsiasi motivo, fosse necessario cambiare abitazione, è preferibile scegliere immobili al piano terra o, al massimo, edifici provvisti di ascensore, senza la presenza di barriere architettoniche.

Infatti, l’ostacolo più grande per una persona anziana sono proprio le scale.

Una casa studiata per la terza età è dotata di pavimentazione antiscivolo e luci di cortesia, che danno la possibilità all’anziano di orientarsi anche di notte.

La luminosità degli ambienti è di vitale importanza: gli anziani, avendo problemi con la vista, sono infatti molto più esposti agli incidenti domestici.

Quindi, soprattutto nelle zone di ingresso, corridoio e gradini, occorre installare impianti luminosi che siano in grado di mettere in sicurezza l’anziano ed evitare così incidenti spiacevoli.

Quando si parla di riorganizzare la casa di un anziano, è opportuno realizzare degli ambienti privi di ostacoli.

Bisogna ricordare che lo scopo finale è permettere alla persona di muoversi in completa libertà.

10 Consigli per organizzare la casa a prova di anziano

Per arredare al meglio la casa, o la stanza, adatta per la vita di una persona anziana, è indispensabile conoscere i suoi bisogni e le sue necessità. Di conseguenza, il primo passo è ascoltarla.

Le abitazioni sono il frutto di scelte fatte nelle fasi precedenti della vita, sia in termini di gusto che di definizione degli spazi.

È quindi molto importante valutare se la casa è ancora adeguata alla presenza di chi la abita.

Vediamo insieme 10 consigli per preparare una stanza per persone anziane:

  1. creare uno spazio confortevole, sicuro e agevole;
  2. disporre sedie o panche in posizioni strategiche, utili appoggi in caso di stanchezza;
  3. posizionare nell’ambiente alcuni dei loro oggetti preferiti;
  4. prediligere ordine e pulizia;
  5. creare porte abbastanza grandi da consentire il passaggio di eventuali sedie a rotelle;
  6. utilizzare superfici antiscivolo in bagno e cucina;
  7. ricoprire eventuali spigoli sporgenti con materiale protettivo morbido;
  8. eliminare gli elementi che possono rendere pericolosa la casa;
  9. mettere in sicurezza il letto attrezzandolo con sponde laterali e, in caso, con reti reclinabili;
  10. inserire dispositivi di allarme nelle varie stanze in caso di emergenza.

È molto importante saper scegliere con cura gli elementi principali della casa, che, nel caso di un anziano, sono senza ombra di dubbio rappresentati da divani, letti e poltrone.

Per quanto possa essere attivo, infatti, l’anziano trascorrerà comunque molto tempo seduto sul divano o sulla poltrona.

Bisogna tuttavia evitare modelli troppo bassi, da cui può risultare difficile alzarsi, prediligendo invece modelli pensati proprio per facilitare la discesa. A questo scopo, il mercato offre diversi modelli motorizzati, nonché dotati di poggiapiedi o elementi massaggianti per collo, schiena o gambe.

Organizzare una casa sicura per un anziano è quindi un processo che richiede tempo e attenzione ai dettagli. Gli interventi da apportare sono molti e variano da caso a caso.

Per un caregiver è molto importante avere piena consapevolezza di tutte le piccole sfumature che sono in grado di migliorare la quotidianità dei suoi assistiti.

Proprio per questo motivo, tutti i nostri operatori prestano un’attenzione minuziosa all’ambiente in cui vivono i loro pazienti, promuovendo sempre la sicurezza.

Affidarsi a Sant’Anna 1984 significa affidarsi alle mani di operatori esperti, in grado di prendersi cura al meglio dei loro assistiti.

Aiuto Domestico: perché affidarsi a una figura specializzata

Aiuto domestico quando e perché affidarsi a una persona competente

Sono sempre di più le famiglie in cerca di figure professionali e di fiducia per i propri genitori e parenti anziani.

In quasi tutte le famiglie arriva infatti il momento in cui un genitore anziano, un coniuge o un parente si ritrova a non poter più svolgere in autonomia le attività quotidiane, piccole o grandi che siano.

Questo può essere il risultato delle numerose patologie senili a cui sono soggetti, o, semplicemente, della stanchezza legata al passare degli anni.

Anche attività che possono sembrare semplici, come fare la spesa, le pulizie e prendersi cura della propria persona, possono in realtà risultare molto complicate.

Segnali come questi rendono sempre più chiaro, da parte dell’anziano, il bisogno di assistenza.

Un sostegno sotto diversi punti di vista, non solo un aiuto, ma anche e soprattutto una compagnia e un supporto morale nei momenti più delicati.

La ricerca di una persona qualificata nasce nel momento in cui ci si rende conto che non è più possibile occuparsi dei propri cari.

Ma trovare la formula corretta per garantire l’assistenza domiciliare agli anziani non è un percorso semplice.

Vediamo in questo articolo come renderlo il più sicuro possibile.

Aiuto domestico: la scelta della badante

Prima di iniziare la ricerca della badante, è bene tenere a mente quali siano le necessità ed esigenze dell’anziano.

Si tratta di un aspetto fondamentale per capire se si ha bisogno di una badante a ore, a tempo pieno o solo di notte.

Solo dopo aver stabilito questo è possibile mettere un annuncio e iniziare la selezione.

Il più delle volte, le famiglie coinvolte in questa scelta sentono il peso di dover trovare una persona fidata e, soprattutto, compatibile con il diretto interessato.

Infatti, per la maggior parte degli anziani non è affatto semplice ammettere di aver bisogno di aiuto, a maggior ragione se questo aiuto arriva da persone estranee.

Si tratta di un problema abbastanza comune, in cui l’assistito rifiuta con ogni sua forza qualsiasi supporto.

Il tutto si traduce, spesso, in ulteriori preoccupazioni e sensi di colpa per la famiglia, che sente di non avere abbastanza tempo ed energie da dedicare al familiare bisognoso.

Dunque, per cercare di evitare il più possibile questi inconvenienti, l’unica soluzione è procedere per gradi, alternando la propria presenza con quella di una badante a ore, per un distacco meno brusco e traumatico.

In questo modo, con il passare del tempo, affidarsi a qualcuno sarà più semplice sia per la famiglia che per l’assistito.

Aiuto domestico: personale formato e qualificato

Nella terza e quarta età, l’incidenza di malattie come diabete e patologie cardiovascolari è piuttosto elevata.

Questo significa che, con grande probabilità, l’anziano dovrà assumere farmaci ogni giorno.

Le famiglie devono quindi poter lasciare i propri cari nella massima tranquillità e fiducia che l’assistente porti avanti le terapie con regolarità. 

Per questo motivo, la ricerca di una persona formata e qualificata è essenziale.

Di conseguenza, i fattori da prendere in considerazione prima di intraprendere questo percorso sono davvero tanti.

Allora la domanda sorge spontanea: come e dove trovare l’assistente adatta alle tue esigenze?

Spesso, la soluzione adottata dalla maggioranza delle famiglie è quella di iniziare la ricerca affidandosi al passaparola, rivolgendosi a qualcuno che ha già vissuto questa situazione.

Lo si fa per un risparmio di tempo, ma anche per la convinzione che la persona consigliata da un parente o un amico possa fare al proprio caso.

La verità è che le esigenze sono differenti, così come le caratteristiche da ricercare nella persona che si prenderà cura dell’anziano.

La scelta quindi non è semplice, gli aspetti a cui prestare attenzione sono numerosi e cadere in errore può essere davvero semplice.

È per questo che può essere molto utile estendere la ricerca di un’assistente anche alle agenzie specializzate.

Cooperative come Sant’Anna 1984, che si occupano a 360 gradi del rapporto assistente paziente, sollevando le famiglie da tutte queste difficoltà.

Aiuto domestico: perché scegliere Sant’Anna 1984

Lo staff di Sant’Anna 1984 è costituito da operatori specializzati e in costante aggiornamento, che hanno come obiettivo primario la cura e il benessere del paziente.

Prestiamo un’attenzione minuziosa alle esigenze e alle necessità dell’assistito, che verranno chiarite già dalla prima chiamata conoscitiva con uno dei nostri consulenti.

In questo modo, sarà possibile per noi sviluppare un piano di assistenza domiciliare personalizzato, efficiente e organizzato al dettaglio.

Durante tutto il percorso, la figura del supervisore dedicato sarà a completa disposizione delle famiglie, che aggiornerà di giorno in giorno sulle condizioni generali dei loro cari.

Sant’Anna 1984 non lascia nulla al caso.

Abuso sugli anziani: una terribile realtà

I maltrattamenti agli anziani sono un importante problema di sanità pubblica, oltre ad essere un fenomeno in continua crescita.

Si stima che 1 anziano su 5 sia vittima di violenza, abbandono, truffe finanziarie e maltrattamenti fisici e psicologici.

Tali abusi vanno prevenuti e contrastati in tutti i modi possibili per garantire alle persone anziane il rispetto della loro dignità. 

In che modo? Cerchiamo di capirlo insieme in questo articolo.

Abuso sugli anziani: di cosa si tratta?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce l’abuso sulle persone anziane come:

una singola o ripetuta azione (od omissione) che si verifica all’interno di una relazione basata su di un rapporto di fiducia atteso, che possa causare dolore o di stress nel soggetto anziano”.

L’abuso sugli anziani, dunque, racchiude ogni forma di maltrattamento fisico o psicologico, incuria o sfruttamento economico dell’anziano.

Nella maggior parte dei casi si verifica una poli-vittimizzazione, ovvero una concomitanza di molteplici forme di abuso.

Gli aggressori, il più delle volte, sono proprio i figli adulti, ma può accadere anche che si presentino episodi di violenza da parte di altri familiari o dei caregiver.

Le principali forme di abuso sono le seguenti:

  • l’abuso fisico, che consiste nell’uso frequente della forza da cui ne deriva un danno fisico o psicologico. 

Tale danno può essere il risultato di spinte, percosse, nutrimento forzato e alterata gestione dei farmaci.

  • l’abuso psicologico, che può essere dettato da atteggiamenti verbali e non, volti a causare stress emotivi o ansia.

Minacce, insulti e violente imposizioni, fanno parte di questa sfera. Così come lo sono rimanere in silenzio, ignorare la persona o, peggio, infantilizzarla, trattandola come fosse un neonato.

  • l’incuria, che si verifica nel momento in cui all’anziano non vengono fornite le attenzioni e le prestazioni essenziali come cibo, medicine e assistenza personale.

Questa è una vera e propria forma di abbandono, che si traduce in un danno fisico o psicologico.

  • l’abuso economico, invece, è lo sfruttamento o la disattenzione verso le proprietà o i beni della persona anziana, che non ha la capacità di intendere o di reagire.

Abuso sugli anziani: un fenomeno in crescita

La violenza contro gli anziani è riconosciuta, purtroppo, come un fenomeno in crescita costante, proporzionale all’aumentare della popolazione anziana nel mondo.

La frequenza di questi abusi è tra il 10-14% per quanto riguarda la popolazione italiana e del 15,7% della popolazione mondiale over 60.

Tale frequenza pare sia soltanto la punta dell’iceberg e che, in realtà, tra le mura domestiche i casi siano sempre più frequenti.

Inoltre si stima che nel 90% dei casi la violenza avviene in famiglia, da parte di figli o partner.

Nonostante questa alta percentuale, solo il 4% dei soggetti abusati decide di denunciare.

Dunque, la domanda sorge spontanea: perché l’abuso non viene denunciato?

Nella maggior parte delle volte, questo accade perché la persona potrebbe avere paura di essere ancora più in pericolo o di mettere nei guai l’abusante.

Inoltre, accade spesso che l’anziano non sia affatto in grado di comunicare o riferire la violenza subita.

È bene sottolineare che le conseguenze di un abuso possono essere notevoli, sia sul piano fisico che su quello psicologico.

Non a caso, il rischio di aumento della mortalità è quasi doppio rispetto a quello del resto della popolazione.

Abuso sugli anziani: come riconoscerlo e prevenirlo

Qualsiasi anziano, a prescindere dal proprio stato di salute, può essere soggetto di abuso. 

Tuttavia, l’abuso è più probabile quando gli anziani sono fisicamente fragili, socialmente isolati o affetti da demenza e altri stati confusionali.

Nonostante questo, è bene precisare che l’abuso è anche più probabile quando l’aggressore:

  • vive con l’anziano o dipende da esso;
  • abusa di alcol o sostanze stupefacenti;
  • ha dimostrato di essere violento in precedenza;
  • manca di competenze e risorse, per cui l’assistenza all’anziano diviene frustrante.

In ogni caso, non sempre è facile riconoscere i segni di abuso e distinguerli da altre problematiche.

Ad esempio, se un anziano riporta una frattura all’anca gli operatori potrebbero non essere in grado di riconoscere la natura dell’infortunio. 

La caduta potrebbe essere infatti il risultato di un abuso fisico, ma potrebbe anche essere legata a una causa più comune, come l’osteoporosi.

Per questo motivo, è fondamentale che familiari e amici prestino sempre attenzione a eventuali problemi riscontrati nell’anziano, cercando sempre di capirne la fonte.

Problemi come: scarsa igiene, odore sgradevole, graffi, ansia, mancanza di occhiali, apparecchi acustici o protesi dentali potrebbero essere segni di abuso.

Così come lo sono i cambiamenti finanziari improvvisi, come ad esempio cambiamenti in un testamento, perdita di denaro ecc.

La combinazione di tutti questi elementi può aiutare i familiari a riconoscere e denunciare eventuali fenomeni di abuso.

Abuso sugli anziani: il punto di vista di Sant’Anna

Ogni forma di abuso è da intendersi come una violazione dei diritti umani.

Sant’Anna presta meticolosa attenzione all’argomento ed è proprio per questo che tutto il suo team è costituito da operatori specializzati e in costante aggiornamento.

L’obiettivo primario è sempre la cura e il benessere del paziente sotto ogni punto di vista.

I nostri assistiti sono monitorati in modo costante da un intero staff, che si tiene sempre in contatto con la famiglia, informandola di ogni circostanza. 

Con Sant’Anna 1984 i tuoi cari sono al sicuro in ogni situazione.

Depressione geriatrica: la depressione delle persone anziane

Depressione geriatrica persona anziana

Quando si parla di depressione geriatrica, si fa riferimento a un disturbo dell’umore molto diffuso tra gli anziani, disturbo che si manifesta con i sintomi più tipici della depressione: tristezza, perdita di interesse o isolamento sociale.

Anche se, in moltissimi casi, la depressione senile riesce a nascondersi dietro una sintomatologia del tutto diversa. Per questo motivo viene spesso sottostimata, non diagnosticata e, di conseguenza, non trattata.

Cadere in questo errore è davvero semplice con gli anziani, perché tendono ancora di più a mascherare questa patologia e a chiudersi in se stessi.

Il loro unico modo di manifestare il disagio è quello di proiettarlo sul proprio corpo, valorizzando preoccupazioni somatiche fino a veri e propri deliri ipocondriaci.

Depressione geriatrica: quali sono le cause?

Nonostante esistano numerose cause della depressione geriatrica, questo disturbo non è mai riconducibile a una sola motivazione.

Esistono infatti diversi fattori di rischio, tra cui:

  • esposizione a eventi stressanti (lutto, perdita del lavoro);
  • scarsa rete del supporto sociale;
  • povertà;
  • presenza di malattie gravi;
  • dolore cronico;
  • disabilità;
  • familiarità con disturbi depressivi.

È bene precisare che la presenza di uno o più di questi fattori non determina il disturbo, ma può facilitarne l’insorgenza.

Così come la predisposizione genetica svolge un ruolo fondamentale, anche la presenza di una storia pregressa di depressione rappresenta un fattore di rischio.

Anche il punto di vista biologico è infatti da tenere in considerazione.

Durante l’invecchiamento si verificano alcuni eventi neurochimici che possono aumentare la vulnerabilità a tale disturbo.

C’è inoltre da considerare il fatto che gli anziani, a un certo punto del loro percorso, sono costretti a vivere numerosi cambiamenti e diverse perdite.

Uno di questi potrebbe essere proprio la fase del pensionamento, che rappresenta un cambiamento importante e radicale nella vita dell’individuo.

In alcuni casi, il pensionamento può essere vissuto come una perdita del proprio ruolo all’interno della società e del proprio prestigio. Questo determina un cambiamento radicale nella routine dell’anziano, che ha bisogno quindi di imparare a riadattarsi.

Quali sono i sintomi della depressione geriatrica?

La depressione nel soggetto anziano può presentarsi per la prima volta in età senile, così come può essere una recidiva di disturbi dell’umore vissuti in precedenza.

Nel caso in cui la prima manifestazione avvenga in tarda età, è possibile individuare alcune caratteristiche che la differenziano dalla depressione in età adulta e, come detto prima, una di queste è proprio la tendenza a mascherare tale sofferenza manifestando ed enfatizzando i dolori fisici.

Questo atteggiamento, quindi, viene interpretato in modo erroneo come una normale conseguenza dell’invecchiamento.

La manifestazione del disagio depressivo può esprimersi in molteplici modi.

Nella maggior parte dei casi, l’anziano lamenta dolori generalizzati come mal di schiena, male alle gambe, cefalea e oppressione toracica.

Anche se, alcune volte, a prendere il sopravvento sono proprio i sintomi cognitivi, riconducibili a un principio di demenza senile.

In questo caso però è molto semplice differenziare le due cose. Difatti, se questa sintomatologia cognitiva compare come conseguenza al disturbo depressivo, si parla di “pseudodemenza depressiva”.

È possibile riconoscere questa patologia dal suo esordio improvviso e da una risposta positiva al trattamento farmacologico con antidepressivi.

La depressione senile è dunque caratterizzata da diverse forme di espressione, anche se le principali sono: 

  • anomalie dell’umore; 
  • insonnia;
  • irritabilità; 
  • difficoltà nel prendere decisioni;
  • perdita di interesse e di piacere;
  • disturbi alimentari. 

Depressione geriatrica: come curarla

Se la depressione senile non viene riconosciuta e curata nel modo adeguato, possono manifestarsi conseguenze gravi sulla salute fisica e psichica dell’anziano.

Il primo aspetto che si può verificare è un peggioramento significativo della qualità della vita.

Chi soffre di depressione tende infatti a smettere di prendersi cura di sé sotto tutti i punti di vista e a isolarsi dal resto del mondo.

Questo non farà altro che aumentare il senso di solitudine aggravando la patologia, rendendo sempre più difficile la possibilità di farsi aiutare.

Infine, il rischio di suicidio nelle persone con depressione è molto elevato e non va mai sottovalutato.

I pensieri e i comportamenti suicidi possono far parte della sintomatologia depressiva e, se non trattati nella maniera opportuna, possono strutturarsi fino alla loro messa in atto.

Tra le terapie più affidabili per il trattamento e la cura della depressione nella persona anziana, la terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è di sicuro la più importante.

Tale terapia adatta i propri interventi in base al tipo di persona e alle problematiche riscontrate.

Quando il quadro depressivo è lieve o moderato, la TCC risulta efficace come unico intervento.

Quando il quadro sintomatologico è moderato-grave, invece, bisogna ricorrere al trattamento farmacologico, così da aumentare l’efficacia dell’intervento psicoterapeutico.

In ogni caso, è sempre necessario richiedere il consulto di un esperto, così da poter avere una corretta diagnosi e la conseguente terapia.

Depressione senile: il punto di vista di Sant’Anna

Il nostro lavoro ci ha dato l’opportunità di conoscere, nel tempo, le immense sfaccettature della vecchiaia.

Ne conosciamo tante, ma quella che ci ha colpito più di tutte è stata proprio la grande fragilità che ogni giorno percepiamo nei nostri pazienti.

Da qui è nata la nostra esigenza di mettere in atto un approccio olistico, che tiene conto non solo del benessere fisico dell’assistito, ma anche di quello psicologico.

Infatti, il nostro lavoro è basato sulla capacità di ascolto e comprensione.

Questi due elementi ci consentono di favorire la piena espressione interiore dell’anziano. In questo modo riusciamo a cogliere tante piccole problematicità, anche le più nascoste, come, ad esempio, la depressione.

Ginnastica passiva per anziani allettati: di cosa si tratta?

Ginnastica passiva anziani allettati

Sono sempre di più gli anziani che, per un motivo o per un altro, sono costretti a letto e in questi casi la ginnastica passiva può rivelarsi un’ottima alleata.

Si tratta di una pratica molto utile per chi è allettato, perché permette di mantenere i muscoli attivi e tonici anche in presenza di deficit motori importanti.

I benefici di questa attività sono notevoli, considerato che riesce a garantire risultati ottimali pur richiedendo al paziente uno sforzo minimo.

Come tutti i tipi di attività motoria, però, è sempre bene essere supervisionati da un professionista specializzato, come un fisioterapista o un allenatore sportivo qualificato.

Ginnastica passiva: come funziona?

Come anticipato prima, l’importanza di mantenere attivo fin da subito il fisico di una persona anziana allettata è evidente.

Ma quali sono di preciso i benefici della ginnastica passiva?

  • Riduzione dei dolori;
  • Mantenimento dell’elasticità dei tessuti;
  • Miglioramento della risposta articolare.

La ginnastica passiva prevede una serie di attività, che possono essere praticate dal fisioterapista o con l’ausilio di macchinari specifici.

Ogni anziano allettato è diverso e, pertanto, la tipologia di esercizi e la frequenza della ginnastica varia da persona a persona.

Le 3 principali sono:

  1. Ginnastica guidata da un fisioterapista

I movimenti sono lenti e controllati e il tempo di esecuzione varia tra i 10 e i 15 minuti, stimolando la muscolatura e il movimento del paziente.

Tra tutte, questa è senza dubbio la forma di terapia fisica più importante. 

  1. Elettrostimolazione passiva

Viene in genere utilizzata per combattere l’atrofia muscolare.

Il beneficio primario di questo trattamento è la capacità di aumentare il flusso sanguigno e rimuovere le tossine dai muscoli.

L’elettrostimolazione non prevede alcun movimento da parte del paziente.

Il tutto avviene, infatti, attraverso alcuni elettrodi collegati a uno specifico macchinario, che genera impulsi elettrici.

  1. Ginnastica passiva guidata da macchinari

Esistono diversi macchinari: dai più specifici, presenti nei centri specializzati, ai più accessibili, che possono essere acquistati in rete e utilizzati nelle proprie abitazioni.

Ad esempio, le pedaliere motorizzate da tavolo risultano molto comode e versatili, perché possono essere utilizzate sia per le gambe e sia per le braccia.

In questo caso, l’anziano può svolgere gli esercizi alle gambe, stando seduto su una sedia, o alle braccia, posizionando la pedaliera su un tavolo.

Comunque sia, il consiglio è sempre quello di stabilire ogni dettaglio insieme al medico curante della persona assistita.

Ginnastica passiva: il punto di vista di Sant’Anna 1984

Sia la ginnastica attiva che quella passiva offrono numerosi benefici a persone di tutte le età.

Tuttavia, negli ultimi anni la ginnastica passiva ha dimostrato essere vantaggiosa in particolare per le persone anziane, soprattutto quelle costrette a letto.

La ragione è che questa attività prevede movimenti di facile esecuzione, che vengono guidati e controllati in modo attento dal professionista.

Noi di Sant’Anna sappiamo bene quanto la ginnastica rappresenti la soluzione migliore per reagire in maniera positiva ai problemi di salute, sia fisici che psicologici.

Ed è per questo che valutiamo l’assistenza domiciliare sotto ogni punto di vista, così da essere in grado di sostenere le famiglie in qualsiasi momento.

Con Sant’Anna 1984 i tuoi cari sono al sicuro in ogni situazione.

Anziani e inverno: 3 consigli per proteggerli dal freddo

Anziani e inverno come proteggerli dal freddo

Il mese di Gennaio porta con sé il periodo più freddo dell’anno: i cosiddetti “giorni della merla”.

Sono proprio i periodi più freddi a mettere a dura prova il nostro organismo e a risentirne di più sono i nostri cari anziani.

Anche se spesso ci si preoccupa di più per il caldo soffocante dei mesi estivi, in realtà anche il freddo è da considerarsi rischioso.

Anzi: per la salute degli anziani, l’inverno è sempre da ritenere molto più insidioso dell’estate. 

Ne consegue che, con l’arrivo dell’abbassamento delle temperature, proteggere gli anziani deve diventare una priorità.

Come?

Cerchiamo di capirlo insieme in questo articolo.

Basse temperature: come proteggere gli anziani?

Durante la stagione invernale, le principali cause di malanno sono: il freddo, l’umidità, i virus e i batteri.

E in caso di persone fragili come gli anziani, il freddo può peggiorare condizioni cliniche importanti, come difficoltà respiratorie, problemi cardiovascolari, reumatismi e artriti, aumentando il rischio di contrarre malattie influenzali.

Proprio per questo motivo, è bene preparare il sistema immunitario, affinché possa essere in grado di svolgere la sua funzione al massimo delle sue capacità.

Ecco 3 preziosi consigli per aiutare i vostri cari anziani ad affrontare le basse temperature nel migliore dei modi:

  1. Monitorare la temperatura delle abitazioni

A causa dell’avanzare dell’età e di patologie, gli anziani potrebbero avere un’alterata percezione della temperatura e il rischio di ipotermia è sempre elevato. 

Bisogna quindi fare attenzione che la temperatura dei locali interni si aggiri sempre tra i 20 e i 23°C.

  1. Dedicare le giuste attenzioni alla scelta dell’abbigliamento

Potrebbe sembrare scontato, ma non lo è.

Bisogna infatti assicurarsi che gli indumenti siano adeguati e in grado di riparare dal freddo sia per gli ambienti interni che esterni. 

Maglie di cotone caldo, calze di lana, sciarpe e cappelli, ma, soprattutto, scarpe con rivestimenti adeguati per sopportare l’aria fredda. 

Molto importante è anche proteggere le labbra, mani e viso dal freddo tramite l’utilizzo di balsami e creme idratanti.

  1. Attività fisica

L’attività fisica è sempre fondamentale in qualsiasi situazione, anche e soprattutto in inverno.

Anche semplici attività, come portare fuori i rifiuti o fare una passeggiata in cortile, possono aiutare l’organismo dell’anziano a mantenere la circolazione sanguigna attiva. 

In questo caso, è bene controllare le condizioni della strada per evitare brutte cadute e infortuni.

Gli anziani e il freddo: l’importanza della giusta alimentazione

L’inverno mette a dura prova le difese immunitarie, ma è anche vero che la natura ci mette a disposizione i mezzi giusti per difenderci. 

La frutta e la verdura che troviamo nell’orto invernale, infatti, possono aiutarci a prevenire e ad alleviare fastidiosi mal di gola e influenze. 

Quando le temperature diventano più rigide, l’alimentazione e l’idratazione degli anziani sono da considerarsi fattori primari per consentire al corpo di mantenersi in buona salute.

Il consiglio è quello di preparare spremute, bevande calde e piatti ricchi di proteine come il brodo di pollo.

Una buona alimentazione è quindi un ottimo rimedio naturale per rafforzare le difese, ma non sempre è sufficiente.

Qualora dovessero presentarsi problemi, è sempre bene affidarsi al consiglio del proprio medico e farsi suggerire l’integratore e le vitamine più adatti alle proprie esigenze.

Al giorno d’oggi, il mercato offre un’ampia varietà di integratori, ognuno con le sue caratteristiche e modalità di assunzioni.

Ci sono integratori specifici per l’aumento delle difese immunitarie, per il rafforzamento del sistema cardiaco, per il controllo della pressione arteriosa e così via.

E possono trovarsi sotto forma di pillole, sciroppi, caramelle gommose, flaconcini monodose, bustine da sciogliere in acqua o direttamente sotto la lingua.

Insomma: ne esistono di tutti i tipi e per ogni situazione.

L’alimentazione risulta quindi essere uno dei sostegni più concreti contro il freddo.

È per questo che noi di Sant’Anna 1984 prestiamo particolare attenzione affinché i nostri assistiti seguano una dieta sana ed equilibrata, in grado di fornire tutti i nutrienti di cui necessitano.

Quando i nostri operatori entrano in una nuova famiglia, il loro obiettivo è riuscire a far parte di quella casa.

Infatti, grazie alla loro grande preparazione e professionalità, riescono sempre a farsi accettare, anche nelle situazioni più complesse.

Il legame è così solido che ogni operatore tratta il suo assistito proprio come se fosse un reale membro della sua famiglia, riservandogli tutte le attenzioni di cui ha bisogno.

Sant’Anna è una grande famiglia e lo dimostra ogni giorno anche attraverso piccole accortezze, come quelle legate al cambio di stagione.

Assunzioni badanti: quali errori evitare?

Assunzione badante errori da evitare

Sono sempre di più le famiglie Italiane che hanno bisogno di un aiuto per la cura dei propri cari più anziani, specie se si tratta di persone non autosufficienti.

In questi casi, le difficoltà che una famiglia deve affrontare sono molte: tutto il carico emotivo, economico e organizzativo ricade sui familiari.

Ed è così che nasce il bisogno di rivolgersi a figure specializzate: le badanti.

Ma, la ricerca della badante non è mai un percorso facile e, soprattutto se non ci si è mai confrontati con una situazione così, cadere in errore è davvero molto semplice.

Così come è complicato anche tutto quello che c’è dietro all’assunzione di questa figura specializzata.

Allora la domanda sorge spontanea: quali sono gli errori da evitare in fase di assunzione?

Assunzioni badanti: i 4 errori più comuni

Partiamo col dire che, in situazioni così delicate, la soluzione più semplice non è quasi mai quella giusta.

L’assunzione di una badante è un passaggio che richiede un’attenzione minuziosa da parte dei familiari della persona bisognosa, che non possono permettersi passi falsi.

Ma quali sono gli errori più comuni che bisognerebbe evitare?

  1. Ricercare la figura più economica per risparmiare

Se ci si muove in questi termini, è facile dimenticare di definire in maniera chiara tutto ciò che riguarda le ferie, i permessi, il trattamento di fine rapporto e la tredicesima.

Ma la cosa più grave è che, avendo pattuito un compenso poco adeguato, la badante potrebbe sentirsi autorizzata a venir meno alle sue mansioni, o a non rispettarle nel modo corretto.

2. Cercare badanti tramite annunci su internet

Con l’avvento delle tecnologie digitali, si ha la sensazione di avere tutto a portata di mano. Da una parte è un bene, ma dall’altra parte si rischia di avere una percezione sbagliata di alcune situazioni, che risultano più rapide ed economiche. 

Ma, ancora, in una situazione così delicata ricorrere agli annunci online potrebbe rivelarsi un errore madornale.

È vero, si potrebbero ricevere moltissime risposte in poco tempo, ma chi sarebbe davvero in grado di valutare ogni singolo curriculum e assicurarsi che non riporti falsità?

Si finirebbe per dedicare una grande quantità di tempo per colloqui a persone sconosciute, con la grande difficoltà di dover anche verificare le loro esperienze pregresse.

3. Non rendere partecipe la persona che ha bisogno della badante

Spesso i diretti interessati sono anziani poco lucidi a causa delle loro patologie, ma non bisogna mai dimenticare che sono loro i diretti interessati.

Di conseguenza, al fine di trovare una figura che possa soddisfare a pieno i loro bisogni, il loro parere è essenziale.

4. Fidarsi del passaparola

La soluzione più economica in termini di tempo sembra proprio questa: affidarsi alle raccomandazioni di altre persone.

Purtroppo però, anche se un anziano si è trovato benissimo, non è detto che la situazione si ripeta. Le persone sono diverse, così come lo sono le necessità di ogni assistito.

La ricerca della badante è un percorso tortuoso e le cose da prendere in considerazione sono davvero tante, senza dimenticare che si sta scegliendo una persona che passerà del tempo con i componenti più fragili della famiglia, per di più nelle loro case.

È sempre meglio quindi affidarsi ad agenzie specializzate e sicure, così da avere certezze e garanzie sul servizio offerto ed essere sollevati da tutte le responsabilità che comporta assumere un caregiver familiare.

Assunzioni badanti: perché affidarsi a una realtà come Sant’Anna 1984

Scegliere Sant’Anna 1984 significa avere la certezza di affidarsi a mani esperte, che ogni giorno dimostrano la loro grande professionalità.

Infatti, la selezione di un nuovo operatore è sempre scandita da un’attenta valutazione non solo del profilo professionale, ma anche e soprattutto delle doti personali di accoglienza, disponibilità ed empatia.

La nostra associazione, inoltre, offre la garanzia di badanti altamente qualificate, referenziate e con alle spalle grande esperienza nel settore.

Grazie a Sant’Anna 1984 i tuoi cari sono al sicuro.

Arteterapia: la terapia dell’arte per anziani e disabili

Arteterapia terapia per anziani

Quando parliamo di anziani, siamo soliti parlare anche di fragilità, poiché, tra le altre cose, è un aspetto che aumenta in modo notevole e inevitabile con l’avanzare degli anni.

L’anziano, per motivi legati al processo di invecchiamento e alle malattie ricorrenti, diventa più vulnerabile e meno capace di conservare una condizione di benessere fisico e psichico in seguito a eventi stressanti.

Vi è quindi una costante ricerca di metodi e soluzioni che possano ridurre al minimo tali effetti e uno di questi è proprio l’arteterapia.

Arteterapia: in cosa consiste?

Nata nel secondo dopoguerra con l’intento di ristabilire l’equilibrio psico-emotivo dei reduci traumatizzati, l’arteterapia viene oggi utilizzata per stimolare la socializzazione e liberare l’emotività di anziani e disabili attraverso l’incremento delle loro risorse creative, espressive, affettive, cognitive e relazionali.

Questa particolare terapia consiste nel proporre alla persona un insieme di attività volte a ricercare il benessere psico-fisico attraverso l’utilizzo di diverse forme d’arte, come, ad esempio, la pittura e la scultura.

Ed è così che materiali comuni come matite, pastelli, tempere e colori ad olio diventano strumenti preziosi, che aiutano l’anziano o il disabile a lasciare una traccia, attuando un riconoscimento di sé e della propria presenza.

L’arteterapia come cura non farmacologica negli anziani

Quello che più colpisce dell’arteterapia è la sua grande efficacia nel contrastare sia i deficit cognitivi che i disturbi psicologici, quali ad esempio ansia e depressione.

Nonostante non sia una cura farmacologica, infatti, la ricerca scientifica ne ha dimostrato la sua efficacia positiva sui soggetti affetti da questi problemi.

A seguito di numerosi studi, è stata evidenziata una correlazione positiva tra l’arteterapia e la diminuzione dei sintomi di depressione, come anche il rallentamento della perdita di memoria.

Questo avviene perché, durante tale terapia, le attività che vengono svolte aiutano il paziente ad acquisire nuove abilità e a risvegliare le capacità sia percettive che cognitive.

L’arteterapia è uno strumento che agisce sulla parte sana del cervello, tenendo la mente in continuo allenamento.

Infatti, spesso, questo trattamento viene proposto sotto forma di esercizi di pittura, attraverso l’uso di acquerelli e tempere, oppure in maniera più semplice con l’uso di colori.

È stato notato che, in particolar modo, l’utilizzo dei colori rappresenta un vero e proprio stimolo per il cervello, agendo sulle sensazioni personali e rievocando i ricordi e le esperienze imprigionate nella memoria.

L’arteterapia: i suoi benefici e i suoi obiettivi

È chiaro che l’obiettivo principale non è produrre opere d’arte, bensì utilizzare queste ultime per stimolare soggetti fragili e con profonde difficoltà sotto l’aspetto emotivo.

Un percorso di questo tipo aiuta infatti a fare un tuffo nelle proprie emozioni ed esplorarle al meglio, migliorando così la propria autostima e i sintomi di ansia e depressione.

È bene specificare che, come ogni terapia, anche questa necessita di un persona qualificata ed esperta, che riesca ad accompagnare i pazienti lungo il percorso aiutandoli a valorizzare la propria creatività.

Dunque, l’arteterapia permette di:

  • sviluppare e mantenere la creatività;
  • mantenere allenata la concentrazione;
  • ridurre lo stress;
  • portare a galla ricordi evocativi;
  • promuovere l’introspezione;
  • coltivare le capacità mnemoniche;
  • coltivare una semplice passione.

Le attenzioni e le cure di Sant’Anna 1984

Lo staff di Sant’Anna 1984 è costituito da operatori specializzati e in costante aggiornamento, che hanno come obiettivo primario la cura e la soddisfazione del paziente.

Ognuno di loro sa conciliare la professionalità alla cordialità che richiedono i pazienti per sentirsi a proprio agio e in famiglia.

Tutti i servizi di assistenza di Sant’Anna hanno l’obiettivo di favorire il benessere degli individui nel loro quotidiano, soprattutto quando sono resi fragili da un evento o una condizione patologica.

Grazie al loro amore, alla loro empatia e alla loro pazienza riescono a lasciare il segno nei cuori non solo dei pazienti ma anche di tutti i familiari.

Assistenza anziani: quali sono le mansioni della badante?

Quali sono le mansioni di una badante

In Italia ci sono quasi 14 milioni di anziani, dato che ci rende uno dei Paesi con il più alto indice di vecchiaia al mondo.

E i numerosi impegni lavorativi, personali e familiari, rendono sempre più difficile prendersi cura dei componenti più anziani della famiglia, soprattutto se questi non sono più autosufficienti.

Per questo motivo, le famiglie si ritrovano spesso a cercare un supporto, qualcuno che li aiuti a gestire al meglio la situazione.

Da qui, il bisogno e l’importanza della figura della badante.

Ma quali sono le sue mansioni specifiche?

Cerchiamo di fare chiarezza in questo articolo, così da comprendere quali compiti affidarle.

Di cosa si occupa una badante: i suoi incarichi

La badante è una figura che si occupa della cura di anziani, malati e persone non autosufficienti.

Lavorare a stretto contatto con queste persone necessita di una grande preparazione, ma, soprattutto, di una profonda professionalità.

Nell’immaginario comune, le mansioni di una badante possono spesso venire confuse con quelle di una colf, ma non si tratta affatto della stessa figura.

Il compito della colf è quello di occuparsi della cura della casa a 360°: dell’ordine, delle pulizie e in maniera parziale della cura dei suoi abitanti, animali compresi.

Nel caso della badante le priorità si rovesciano: infatti, tra le sue varie competenze la più importante è l’assistenza all’anziano o al malato.

Quando ci si rivolge a una figura del genere, di base, si ha bisogno di un’assistenza mirata presso il proprio domicilio e, il più delle volte, di un’esigenza di cure di lungo periodo.

Le mansioni più comuni sono:

  • preparare i pasti e dare supporto per la loro assunzione;
  • monitorare e sorvegliare l’assistito;
  • svolgere attività domestiche di base quali pulizia e riordino della casa;
  • occuparsi della cura e dell’igiene della persona assistita;
  • assicurarsi della giusta assunzione dei farmaci;
  • accompagnare, quando serve, alle visite mediche;
  • stimolare il più possibile le capacità comunicative, sociali e motorie.

In quest’ottica, la badante rappresenta un vero e proprio punto di riferimento sia per le famiglie che per gli assistiti.

Si tratta di un ruolo essenziale, proprio perché in grado di prendersi cura con professionalità di persone malate, con difficoltà di movimento o che necessitano di assistenza quotidiana.

Mansioni badante: assunzioni e doveri

La ricerca della badante non è mai un percorso semplice, ma, una volta individuata la persona che più risponde alle proprie esigenze, è sempre consigliato fissare in maniera più chiara possibile i suoi compiti.

Laddove necessario, i doveri della badante vanno fissati per iscritto, così da evitare eventuali incomprensioni o equivoci (ad esempio gli orari o le indicazioni specifiche per la somministrazione dei farmaci).

In maniera più generale, la persona che si prende cura di un malato deve essere in grado di gestire eventuali incidenti e, in caso di necessità, di contattare il 118.

Ne consegue che la persona assunta deve avere un’ottima padronanza della lingua italiana per poter, appunto, rispondere in maniera precisa alle domande dell’operatore e fornire l’indirizzo e tutte le altre eventuali indicazioni necessarie.

Perché scegliere le cure di Sant’Anna 1984?

Tutti gli operatori di Sant’Anna 1984 per l’assistenza a domicilio sono professionisti qualificati.

Essere a contatto con i più fragili della società non è per tutti: infatti, il grande compito di Sant’Anna è quello di formare al meglio il suo team, così da essere preparato in ogni situazione.

E lo fa attraverso numerosi corsi di aggiornamento a cui, a cadenza costante, vengono sottoposti tutti gli operatori.

Questo fa della nostra associazione una realtà che mette al primo posto non solo i bisogni dell’assistito, che hanno per noi un’importanza fondamentale, ma anche quelli dell’intera famiglia.

Scegliendo Sant’Anna 1984, assicuri ai tuoi cari e a te stesso professionalità, sicurezza e umanità.